C’è un’insospettabile Ibla nascosta fra le vallate, sommersa dai rifiuti, rifugio dei senzatetto, e perfino luogo di roghi abusivi notturni, nei quali si incendia materiale di dubbia provenienza. Nelle strade che scendono giù a valle, e che costeggiano la vallata Santa Domenica, il degrado è ormai radicato, come una malattia incurabile. In via Ugolino, ad esempio, qualche residente, uno dei pochi, che vince la paura di essere minacciato per aver parlato, racconta sotto voce che ogni tanto, di notte, avvengono strani roghi. “L’altra notte c’era un’altissima colonna di fumo – dice un residente della zona – e poi abbiamo scoperto, dai resti ritrovati all’indomani, che qualcuno aveva incendiato una matassa di fili di rame, che venivano chissà da dove, per poter estrarre il prezioso materiale”. Le storie sui roghi del rame, in questa parte di Ibla, situata vicino al monumento San Rocco, monumento acquistato dal Comune e riqualificato, si raccontano come leggende urbane. “Ma quella colonna di fumo era reale, perbacco se non era vera – commenta il residente – e fra l’altro l’aria che emanava, era irrespirabile”. Via Ugolino, per intenderci, è la strada degli alloggi comunali assegnati alcuni anni fa agli indigenti, che inizialmente invece dovevano essere destinati ai docenti universitari. Queste case, oggi, vengono disdegnate perfino dai poveri, perché a distanza di pochi anni dalla loro costruzione, tali abitazioni hanno rivelato tutta la loro fragilità. Il loro nucleo originario era attaccato alla roccia, così l’umidità e le infiltrazioni le stanno distruggendo. Le case di via Ugolino, lo dice chi ci abita, sono come celle frigorifere, con muffa incorporata 365 giorni l’anno, anche d’estate. Di fronte a questi alloggi ci sono dei ruderi, che sono diventati ricettacolo di immondizia.
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