I “torcularia”, strutture per la produzione di olio d’oliva e vino, usate fin dall’antichità e costituiti da un sistema di vasche di decantazione naturale e digradanti saranno i protagonisti del terzo appuntamento con “Ergasterion – fucina di archeologia”, che si terrà venerdì 25, alle 17,30, nell’auditorium San Vincenzo Ferreri di Ibla. Di archeologia della produzione parlerà il past presidente di “SiciliAntica”, Giovanni Bellina, che punterà l’attenzione sullo studio avviato dall’associazione sui “torcularia”. Nella zona ragusana molto spesso le vasche erano scavate nella roccia, sfruttando così la conformazione naturale e le pendenze presenti. Durante il terzo incontro sarà affrontato anche un altro argomento: la lavorazione del tonno nelle tonnare siciliane. Ad occuparsene sarà Annunziata Ollà, funzionario archeologo della Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Messina. Quindi, un intervento sulle latomie a cura di Alessandro Rustico, specializzato in archeologia classica presso l’Università di Bari, che analizzerà le cave, risalenti principalmente al periodo dall’età greca tardo-arcaica (VI secolo a.C.) all’età bizantina (VI-IX secolo d.C.), che punteggiano il litorale siracusano da Punta Castelluccio (Augusta) a Capo Passero-Portopalo. Il giovane archeologo ha effettuato un primo tentativo di censimento delle cave costiere del siracusano, riuscendo, per molte di esse, a comprendere la geologia dei banchi coltivati, le tecniche di estrazione, la dimensione dei blocchi estratti, gli strumenti utilizzati dai cavatori, la cronologia e la meta dei conci estratti.
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