“L’approvazione del regolamento sulla tassa di soggiorno deliberata nell’ultimo Consiglio Comunale rappresenta l’ennesimo esempio di gestione improvvisata dell’amministrazione Dipasquale e, purtroppo, altro eloquente segno di appiattimento dei consiglieri di maggioranza che, sempre più, tendono a ratificare le scelte del Consiglio non per condivisione del merito, ma per semplice spirito di militanza”. Il Movimento Città esordisce in questo modo in un comunicato stampa che riaccende i riflettori sulla tassa di soggiorno approvata dal centrodestra e dal MpA del consiglio comunale di Ragusa, su proposta dell’amministrazione Dipasquale. “L’improvvisazione con la quale il regolamento è stato approntato – continuano i due consiglieri comunali di Città, Criscione e Platania – ha comportato la necessità di numerosi emendamenti e di rilevanti modifiche che, nell’ottica di una leale collaborazione, tutti i consiglieri avevano suggerito in seno alla Commissione. Nell’ottica dell’applicazione della legge del più forte, tuttavia, l’amministrazione ha ben pensato di fare proprie le modifiche suggerite, sfuggendo dal doveroso obbligo di riconoscere lo spirito collaborativo delle opposizioni. Quel che è peggio, però, è che non sono state tenute in considerazioni nemmeno altre importanti proposte che, ove discusse, avrebbero contribuito a migliorare il regime della tassa”. Movimento Città ritiene che il regolamento per la tassa di soggiorno, così come approvato, si sarebbe rivelato solo frutto dell’affannosa ricerca di ulteriori fonti di finanziamento “che ancor più fa gravare sui cittadini – dicono Platania e Criscione – gli sprechi della gestione della cosa pubblica e che, ancor più gravemente, non inciderà assolutamente sullo sviluppo del turismo nella nostra città”. “Il regolamento è del tutto carente dell’individuazione della finalità dei ricavati – dicono i consiglieri del movimento Città -. Non è affatto specificato, in sintesi, a quali finalità dovranno essere destinati i ricavati dalla tassa che ciascun soggiornante dovrà pagare per venire a Ragusa. E nemmeno le finalità si sarebbero potute prevedere atteso che l’atto deliberativo è stato concepito senza alcuna preventiva analisi dello sviluppo del turismo nella nostra città, senza il consenso delle organizzazioni di settore e, soprattutto, senza alcuna seria programmazione degli interventi da effettuarsi con il ricavato degli introiti. Un’ulteriore tassa ha un senso solo nell’ottica, già programmata, di migliorare musei, monumenti e quant’altro serva – dicono i consiglieri di Città – a rendere più appetibile l’offerta turistica. Con l’agire così improvvisato, viceversa, rischiamo di assistere solamente all’ennesimo aumento del carico fiscale. A dir poco aberrante, poi – continua Platania e Criscione -, è la considerazione espressa dall’amministrazione in Consiglio secondo cui l’imposizione della tassa deve ritenersi a titolo “sperimentale”. Un’oculata e lungimirante politica del turismo implica che le sperimentazioni non siano “tentativi al buio”, ma scelte oculate e ponderate sulla base di studi e di serie previsioni. Il vero è che l’amministrazione Dipasquale – dicono i due esponenti del movimento Città – ha solo l’obiettivo di fare cassa per ripianare le rilevanti perdite, ma così operando nella millantata filosofia “del fare” rischia di ridurre la città di Ragusa ad un paesotto arretrato”.
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