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06/12/2011 -

Società/

Tragedia nel messinese, l’appello di Don Salvino

Un appello accorato, una testimonianza a caldo di quanto sta succedendo a Barcellona Pozzo di Gotto e a Saponara dopo l’alluvione di alcuni giorni fa. Don Salvino Raia, indimenticato salesiano che per anni ha diretto l’oratorio di Ragusa, si trova nella casa salesiana di Barcellona. Ha assistito impotente alla distruzione, al fiume di fango che ha travolto tutto e stravolto le vite di tutti. Oggi, l’oratorio salesiano di Barcellona ospita scout e volontari che da ogni parte della Sicilia convergono nel comune messinese per spalare fango, sgomberare strade, aiutare la gente. Don Salvino, come sempre, è in prima linea con i ragazzi del suo oratorio. “Le immagini che giravano nelle tv nazionali e locali non bastano a rappresentare la gravità di quanto successo inaspettatamente – ha detto don Salvino -. Solo un miracolo ha risparmiato l’Oratorio salesiano che sorge a lato del Longano: alcuni grossi tronchi hanno fatto da barriera ai tre ingressi. Ce la siamo cavati con due campi inondati, per metà ciascuno, di fango”. A destra e sinistra del torrente coperto era la distruzione. “Solo l’ora (le 13,40) della tragedia ha risparmiato miracolosamente centinaia di vittime: bastava qualche ora dopo per trovare in supermercati, negozi, uffici, scuole di danza, palestre, tutti ubicati al pianterreno o in scantinati, centinaia di ragazzi e clienti – continua don Salvino Raia -. Lo scenario che è subito apparso: 300 macchine portate via e ammassate ai vari incroci di via Don Bosco, che copre il Longano, fino a un’altezza di dieci metri; acqua e fango per tutte le vie con una veemenza incredibile; tronchi d’alberi sradicati”. La frana si è innescata dalla forestale di Castroreale; tutt’ora i cittadini temono una seconda alluvione. “Una quindicina di esercizi commerciali cancellati del tutto – continua il salesiano -. Difficilmente potranno riprendere. Una trentina di negozi con le scorte dei magazzini, pieni per il Natale, totalmente inutilizzabili; due scuole al pianterreno con fango fino a un metro e mezzo di altezza; oltre cento abitazioni da rimettere a nuovo anche per quanto riguarda il mobilio”. A Barcellona sono accorsi la Protezione Civile, l’Esercito, la Croce Rossa, le associazioni di volontariato: a distanza di dodici giorni dall’alluvione le strade del centro urbano sono state quasi tutte riaperte; lunedì sono state riaperte tutte le scuole, ad eccezione di tre. “Servono solo i grandi mezzi meccanici e alcuni volontari per pulire i pianoterra – dice don Salvino -. Stanno arrivando alimenti di emergenza e altri beni donati in beneficenza che serviranno per la ricostruzione e la ripresa dell’economia. Il danno economico è grande e ogni gesto di beneficenza è un sollievo per qualcuno”. I Salesiani di Sicilia si sono immediatamente attivati per far arrivare denaro alle popolazioni colpite dalla tragedia. Il codice Iban dell’Oratorio Salesiano di Barcellona Pozzo di Gotto è stato inviato dall’Ispettore dei Salesiani di Sicilia ad ogni casa dell’ordine di don Bosco e ad ogni oratorio dell’isola. Anche i Salesiani di Ragusa, in corso Italia 477, e i Salesiani di Modica si stanno adoperando per inviare fondi alle popolazioni del messinese. Il codice Iban IT 30W 03019 82070 000008082170 dell’oratorio salesiano di Barcellona è il mezzo per inviare aiuti ai barcellonesi. Anche le Figlie di Maria Ausiliatrice di Modica si sono attivate per far giungere aiuti alle loro consorelle e alle comunità dove operano nel messinese. L’appello lanciato da don Salvino Raia, dai Salesiani di don Bosco e dalle Figlie di Maria Ausiliatrice è rivolto a quanti volessero e potessero dare un sostegno alle popolazioni in difficoltà. Negli anni scorsi i Salesiani si sono già impegnati, e continuano a farlo, per aiutare le popolazioni di Giampilieri e Scaletta Zanclea. L’imperativo è non dimenticare, perché davanti ad una nuova emergenza sarebbe facile dimenticare quanti ancor oggi faticano a rimettere in sesto la propria città, la propria attività, la propria vita negli altri due paesini del messinese.

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