Non ci sono regali sotto l’albero di Natale dei precari dell’Asp di Ragusa. Solo il silenzio di tutti. Prima di tutto il silenzio delle istituzioni regionali. Il presidente della Regione Raffaele Lombardo, inseguito da settimane da qualche deputato regionale della provincia, non dà risposte sulla convocazione a Palermo dei vertici dell’Asp, dei rappresentanti dei lavoratori precari ragusani e dei sindacati. Il governatore è inseguito anche dai sindacalisti, che chiamano continuamente, tramite cellulare, segretari e segretarie del presidente. “Ci ha fatto sapere che in questo momento non ha tempo per i precari dell’Asp iblea – ammette, forse per la prima volta davvero sconsolato, Angelo Tabbì, responsabile provinciale del dipartimento Sanità Cgil – ma la verità è che nemmeno sappiamo se alla fine Lombardo sia stato davvero informato su questa richiesta di incontro”. Si tratta dell’istanza del famoso vertice che si doveva tenere alla Regione, a seguito dell’assemblea che si è tenuta alla Cgil quasi un mese fa. In quella occasione c’erano i deputati Ammatuna e Digiacomo, i rappresentanti della Cgil e centinaia di lavoratori. Si era deciso di accettare il boccone amaro, della firma del contratto ad 8 euro l’ora, per gli operai (che fanno parte della categoria dei 300 precari della sanità iblea). Si era stabilito, appunto, di chiedere la convocazione di tutte le parti alla Regione. Ma da allora Palermo è diventata sempre più irraggiungibile, fagocitata dalle vertenze più importanti che assillano palazzo d’Orleans e dall’allarme generale sulla manovra Monti e il mostro recessione che ha rivoluzionato l’Italia in poche settimane. A chi interessa che trecento lavoratori rischiano di finire sul lastrico e che centinaia di donne, mamme con figli, stanno sbarcando il lunario, fra difficilissimi equilibrismi? “Il manager dell’Asp di Ragusa ripete a Palermo che qui a Ragusa è tutto a posto in merito alla vertenza dei precari”, commenta Tabbì. In realtà nulla è a posto. Non è stata firmata la convenzione con la Multiservizi nella quale dovevano confluire i precari. E nel febbraio scorso e poi a novembre è stato allargato l’appalto di pulizia e manutenzione affidato a una ditta esterna (dal 2005) prevedendo anche altri servizi pertinenti alle mansioni degli ausiliari specializzati, quali sono appunto i precari. Il rappresentante sindacale della Cgil in un laconico comunicato annuncia che si rischia lo sciopero. E intanto si attende l’incontro con il Prefetto.
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