La chiusura della linea ferrata che attraversa il territorio ibleo è molto più vicina di quanto si pensi. Un misfatto che si sta compiendo nella quasi totale indifferenza dei politici locali. Sono infatti imminenti altri tagli di treni, il che significa, considerato che i collegamenti ferroviari da e per la provincia sono già ridotti al lumicino, che fra poco le ferrovie ragusane saranno davvero un ramo secco. “I politici si devono vergognare; quando ci incontrano si devono voltare dall’altra parte. Quando la linea sarà chiusa affiggeremo in tutte le stazioni delle lapidi con i loro nomi, in modo che si possano ricordare come coloro che hanno contribuito – con la loro ignoranza, i loro falsi interessi, il loro disimpegno – alla morte di un patrimonio collettivo inestimabile, e che in futuro rimpiangeremo di aver fatto smantellare”. Questo il commento del portavoce del coordinamento provinciale Cub Trasporti Pippo Gurrieri, che con la nota più dura e sferzante scritta negli ultimi dieci anni, da quando la vertenza dello smantellamento delle ferrovie è entrata nel vivo, accusa tutta la classe politica. Perché toni così duri? “Con l’entrata in vigore del nuovo orario invernale di Trenitalia, la nostra provincia è stata interessata dalla cancellazione di tre treni che la collegavano con Siracusa, ed è gravissimo che una delegazione di pendolari direttamente colpita dalle nuove scelte di Trenitalia non abbia avuto modo di interloquire con i politici. Infatti alla conferenza sulle ferrovie che si è tenuta venerdì sera all’auditorium San Rocco di Ibla nessuno di tutti i politici invitati, sindaco compreso, è venuto – denuncia Gurrieri -.Unico assente giustificato il presidente Antoci, a letto malato”. La Cub Trasporti sostiene che è sempre più probabile un imminente provvedimento di soppressione di tutti – ben pochi – i treni rimasti. E quindi secondo il sindacato di base è imminente la chiusura della linea. “Una evenienza contro la quale ci siamo battuti strenuamente da trent’anni”, sottolinea Gurrieri. Verissimo. Il problema è che la battaglia l’hanno fatta i ferrovieri, da soli, sostenuti dagli utenti pendolari, che negli anni, via via che il servizio ferroviario peggiorava, diventavano sempre più pochi. Per il resto zero assoluto. “Mai eravamo arrivati così in basso nella difesa di un bene comune come il trasporto ferroviario; mai avevamo avuto a che fare con una classe politica così inetta e incapace – conclude Gurrieri – mai la questione ferroviaria era stata circondata da tanto menefreghismo e da tanta rassegnazione. Queste sono le condizioni perché il misfatto si possa compiere nella maniera più indolore”.