Il 24 si aspetta il Bambin Gesù, ma noi ragusani già dal giorno prima giubileremo: è attesa, tra venerdì e sabato, la rinascita assessoriale di Michele Tasca. Prenderà il posto della signora Teresa Tumino, la quale sta per scendere dalla giostra a denti stretti, costretta dal sindaco. E’ leggermente scossa, le si è storto il ghigno, comunque abbozza: il buon umore e la leggerezza le consentono perpetua permanenza nel carrozzone dell’università. Ci deve confortare questa immutabilità della nostra arena ragusana? Al potere inossidabile della compagnia di Nello Dipasquale corrisponde un po’ di felicità collettiva? La voce strozzata di Sonia Migliore, la quale tutti i santi giorni riempie la città di comunicati sullo sforzo ed i successi ottenuti per ridare aria all’economia ragusana, è convincente, è credibile? Da tutti i nodi cerebrali spunta rabbioso un No stratosferico rintuzzato da solida educazione perbenista che ci impedisce la fuoriuscita del sentimento naturale. Al ragusano spetta la parte dello stitico strutturato: contratto, nervoso, contenuto, che non molla mai. Ora è arrivato il rinvio a giudizio per Giovanni Cosentini, e lo si deve far passare per una minchiatella, un piccolo cedimento nel passo valoroso di questo condottiero di tutte le repubbliche; e comunque un processo per abuso d’ufficio vale una medaglia di bronzo, da certe parti. La nostra parte, invece, l’ha stabilita il sindaco: lacrime e sangue, e gratitudine. D’altronde la macchina congegnata è perfetta: al governo le mezze calzette che con il danaro pubblico alimentano una piccola corte, e tutti insieme dirigono la propaganda non disturbando ciò che resta del sistema degli affari, ormai al collasso. Ecco come funziona il meccanismo: 2 esempi. Un privato – fidatissimo del sindaco – che possiede uno straccio di associazione o di società presenta un progetto al Comune; i dirigenti di settore – o perché già allertati dal sindaco o perché indirizzati dallo stesso – approvano il progetto e preparano un atto deliberativo in cui, accogliendo la proposta assolutamente coincidente con l’interesse della pubblica amministrazione, danno il via all’operazione che è sempre la stessa: sviluppiamo l’economia degli amici. E’ accaduto 2 volte questo mese con due manifestazioni: Ragusa oggi e domani e Magie di Natale. Per la prima 13 mila euro a Maurizio Nicastro, curatore delle campagne elettorali di Nello Dipasquale, per la seconda 12 mila euro sempre a Maurizio Nicastro. Consistenza dei progetti: il primo un fallimento totale in piazza San Giovanni attrezzata con un tendone frigorifero per ospitare le mummie del passato, ed un palco per spettacoli vari (alcuni non si sono neanche tenuti). Secondo progetto: operazione casetta di legno. Nicastro si becca i soldi, noleggia 16 casette al prezzo di 500 euro l’una (è la cifra che si usa in tutta Italia per un affitto di tale prodotto nel periodo natalizio) poi, a sua volta, affitta le casette a 650 euro l’una ai commercianti che vogliono esporre la merce. Quindi si parte da 12 mila euro, ne spende 8000 per il noleggio iniziale, e ne riottiene 10400. Non è finita la magia del Natale. Per gli spettacoli – fate, circensi, musica – ci sono 8 mila euro che vanno ad una società, Medialive, di un giornalista del quotidiano La Sicilia, Michelangelo Barbagallo, che assicura con il modico prezzo non solo il divertimento ai ragusani – peccato che di settimana non ci sia un cane in quella piazza – ma l’uscita sul giornale con interviste al sindaco e alla Migliore, titoli meravigliosi sull’iniziativa, battute sferzanti a chi usa dubitare della bontà della manifestazione, analisi entusiastiche sulla riuscita dell’evento. E’ corretto? E’ trasparente? No, però c’è un modo per fare apparire pulito l’inganno. E’ semplice, basta firmarsi con altro nome, e tutto scorre nella scia dell’onestà. Barbagallo scrive gli articoli e si firma con nome e cognome di altri colleghi. E’ tutto un trucco, è tutto un imbroglio. Non ci sono mai le gare, non c’è traccia di sviluppo economico se non per le tasche di qualche servitore, non c’è chiarezza nella stampa. Ricordiamo – a proposito di spettacoli e cultura – che lo stesso Maurizio Nicastro gestisce l’auditorium di San Vincenzo Ferreri ad Ibla prendendo soldi da coloro che organizzano convegni e manifestazioni varie. Ah, dimenticavamo che la gestione è stata affidata alla velocità della luce, ma la struttura non ha l’agibilità per gli spettacoli. E’ il modello Ragusa. L’unico auditorium al mondo in cui non si possono tenere concerti. In una città del genere, alla fine è normale che un Nello Dipasquale arrivi a sfoggiare l’impudenza. L’altro giorno ha “stoppato” – come ha scritto una giornalista – un prete, Giuseppe Antoci, che aveva osato ringraziare il consiglio comunale nella sua interezza per il voto dell’aula che aveva indirizzato l’amministrazione a destinare alcuni fondi al recupero di un dipinto di proprietà della chiesa. Nello Dipasquale è scattato per aria, non ha sopportato di essere messo nel mucchio dell’agire democratico e gli ha detto: “Noi manco li prendiamo in considerazione gli atti dei consiglieri”. Vengono i brividi davanti a tanta esaltazione. Tutta la nostra solidarietà, ovviamente, a Padre Antoci sperando che riesca con le sue preghiere ad otnere da qualche santo una goccia di umiltà per il nostro sindaco. Il prete – prudente ed educato – si è ripiegato, non ha risposto, non ha reagito. Si è comportato come noi, come la massa che assiste a questo indecoroso spettacolo e si ritrae vergognata e avvilita. Sonia Migliore l’altra sera in un duetto telefonico in una tv locale con un consigliere dell’opposizione che la incalzava chiedendole chi era la persona a cui era stata affidato tutto il giochetto delle casette di Natale – per spingerla ad ammettere che si trattava di un uomo del sindaco, Nicastro – è arrivata a dire che non se lo ricordava: come Scajola che non sapeva chi aveva uscito i denari per la sua casetta. Può risultare credibile questa allegra comitiva capitanata da Nello Dipasquale? Eppure c’è a chi piace. La madre di chi vi scrive – malata di Alzheimer e ricoverata in una casa di riposo – ha balbettato sognante: “E’ venuto il sindaco, com’è bravo, ha detto che ama i vecchi ed i bambini”. Buon Natale, Ragusa.
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