Sinora li ha uniti un obiettivo comune, quello della carità e della solidarietà. Ma dal dicembre di questo anno la cooperativa sociale “Proxima”, che si occupa di donne vittime di violenza, vittime della tratta, sfruttamento sessuale e dei figli di queste donne, non è più legata alla Caritas diocesana. A dividerli “il vincolo canonico pastorale”, che fra i due soggetti, il primo appunto cooperativa sociale, e il secondo ente caritatevole, non è mai esistito. L’inesistenza di questo vincolo, però, adesso fa la differenza. Il 25 novembre scorso il direttore della Caritas diocesana di Ragusa, Domenico Leggio, ha inviato per raccomandata con ricevuta di ritorno, una lettera al coordinatore della cooperativa Proxima, Emanuele Bellassai, con la quale annunciava che “la cooperativa in indirizzo non essendo legata da vincolo canonico pastorale a questa Caritas diocesana non sarà inserita nel programma di distribuzione 2012 di questo Ente”. La Caritas è ente gestore per conto della Diocesi del programma generi Agea. Sino a quest’anno in sostanza, la Proxima ha ricevuto generi alimentari dall’Agea, che è un’agenzia nazionale che distribuisce generi alimentari per le realtà operanti nel settore della solidarietà, con il tramite della Caritas. Dal 2012 non sarà più così. “Esprimo stupore per la scelta della Caritas – commenta Emanuele Bellassai – perché di fatto sia la nostra cooperativa che i generi alimentari, sono due strumenti per arrivare ai poveri, e quindi chi non ne beneficia non è la cooperativa ma i poveri. Stupisce anche la modalità “fredda” con cui è arrivata la comunicazione, appunto una raccomandata, come se venissimo informati di essere stati esclusi da un concorso. Nota pervenuta, tra l’altro, nello stesso giorno in cui telefonicamente dalla Caritas, ci arrivava la comunicazione che avremmo potuto prelevare i generi alimentari Agea, che poi sono stati gli ultimi che abbiamo ricevuto tramite la Caritas”. Nella lettera, Leggio, il direttore della Caritas diocesana, sottolinea comunque che “dall’anno 2012 questa Caritas diocesana inserirà nella richiesta dei generi Agea solo realtà legate ad essa da vincolo canonico pastorale”. Dal canto suo Bellassai sottolinea come “la tempistica del ricevimento della comunicazione di esclusione dal programma, sia stata quanto mai inopportuna”. “La lettera ci è stata trasmessa pochi giorni prima della scadenza del termine per avviare la convenzione con l’Agea – spiega Bellassai – che deve essere attivata, appunto con degli enti “tramite” come la Caritas: se non fosse stato per la solidarietà che le altre cooperativa della rete sociale “Solco” cui appartiene la nostra cooperativa, ci hanno dimostrato, per l’anno 2012 noi e le nostre donne assistite, avremmo perso la possibilità di accedere al programma Agea. Inutile dire che in tempi di gravissima crisi economica come quella attuale, questi alimenti sono quanto mai preziosi”. Il coordinatore di Proxima sottolinea dunque di aver comunque risolto il problema per accedere al programma Agea. “Se ho voluto parlare per raccontare questa vicenda è giusto dire che l’ho fatto esclusivamente per una questione di principio”.