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05/01/2012 -

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“NON NE POSSO PIU’ “, LETTERA DI UN CITTADINO AL PREFETTO

Riceviamo al nostro indirizzo di posta elettronica (ragusablichiamo una lettera inviataci da un cittadino modicano che ha un’attività artigianale nella città della contea. “Eccellenza, mi rivolgo a lei perché nonostante abbia assunto solo di recente il suo prestigioso incarico in provincia di Ragusa, ho già avuto modo di constatare la sua grande sensibilità nell’affrontare le tante problematiche che purtroppo in questo periodo più che mai, riguardano tutte le categorie sociali. Il mio nome è Orazio Modica Ragusa e da tanti anni sono impegnato in una attività che mi ha dato molte soddisfazioni, ma anche tanti problemi che ogni giorno, con il frutto di parecchi sacrifici e di impegno, cerco di superare. Ho iniziato a fare il parrucchiere da giovanissimo, nel salone di mio padre, oggi sono il proprietario di un salone di acconciature e do lavoro a tre dipendenti. Lei più di me, saprà quanto siano oggi le difficoltà che gli artigiani e i titolari delle piccole e medie imprese sono costretti ad affrontare, quanto sia difficile barcamenarsi nella morsa dei tributi, delle tasse e della cartelle che per fortuna fino ad oggi regolarmente ho pagato. E’ per questo che voglio sottoporre alla sua attenzione quanto mi è accaduto nelle scorse settimane quando nella sala che gestisco a Modica, mentre erano naturalmente presenti diversi clienti, hanno fatto irruzione (nel vero senso della parola), tre poco gentili signore che si sono qualificate come ispettrici dell’Inps, in quel momento io non mi trovavo in sede, ma nonostante ciò hanno proceduto giustamente ai controlli. Le ragazze messe in imbarazzo dalla arroganza delle signore, hanno comunque fornito i loro dati e la loro posizione contributiva, solo una di esse, tra l’altro in stato di gravidanza, ha avuto un attimo di esitazione sulla data di assunzione che ha dichiarato di non ricordare bene se risaliva alla seconda metà di novembre o ai primi di dicembre dello scorso anno (sfido chiunque a ricordare con esattezza anche il giorno dell’assunzione). Ebbene le signore hanno verbalizzato che la ragazza ha dichiarato di essere stata assunta il 15 novembre, mentre da ulteriori accertamenti è stato poi appurato che c’era una differenza di una quindicina di giorni. La ragazza aveva detto di non ricordare bene, ma di questo dunque non è stato tenuto conto. Ebbene, signor Prefetto, io mi sono visto recapitare un verbale che, non ci crederà, ammonta a più di tremila euro!!! Ma si rendono conto questi signori, cosa significhi per un artigiano che fa i salti mortali per far quadrare i conti e per essere sempre in regola, subire una simile mazzata? La mia amarezza cresce se penso a quale sia l’entità dell’abusivismo che c’è anche nella mia categoria, quanti siano gli abusivi che lavorano da parrucchieri girando per le case o ricevendo i clienti nei garage delle proprie abitazioni. Lì dovrebbero essere fatti i blitz e le irruzioni e non dai lavoratori onesti come il sottoscritto. Scusi lo sfogo Eccellenza, ma vorrei che l’onestà fosse premiata e non multata. Oggi le dico che ho presentato ricorso avendo già la consapevolezza che l’Inps, dopo 90 giorni, anche in assenza di esame da parte dell’istituto, ciò significa che possono ignorare il mio ricorso, emetterà una cartella esattoriale con iscrizione a ruolo con l’aggravio di spese interessi e le sanzioni. Grazie per l’attenzione che mi ha riservato, e la prego di intervenire per tutelarci tutti perché molte sono le aziende colpite in questo modo ingiusto. Distinti saluti”. Lettera firmata

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