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22/01/2012 -

Politica/

COMISO: IL CONSIGLIO APPROVA LA DICHIARAZIONE DI DISSESTO FINANZIARIO

L’on. Pippo Digiacomo interviene a seguito della dichiarazione di dissesto approvata dal Consiglio Comunale: “Come avevamo previsto nel novembre del 2008 all’interno del libro bianco tuttora pubblicato, il comune di Comiso era destinato a fallire: smantellando l’ufficio tributi e tasse, bloccando per interessi privati il Piano Regolatore, procedendo a una stabilizzazione alla cieca senza le coperture finanziarie adeguate, spendendo come pazzi per feste, festini, staffisti, contributi e prebende, il danno si profilava irreversibile. Davanti a un tale disastro Alfano – scrive Digiacomo – non trova di meglio da dire che la colpa è di chi lo ha preceduto. Il solito vecchio disco rotto, pieno di disinvolte imposture e analogo a quello più nuovo che ci ha propinato a proposito dei voli e delle gare clandestine con Porsche e Ferrari, della presenza di pregiudicati per associazione mafiosa dentro l’aeroporto, del sacco di Cava Porcaro, dell’incendio del Palaroma, della distruzione del verde pubblico, della spazzatura in mezzo alle strade, della paralisi dei servizi, della paralisi degli uffici e così via dicendo. Ma che razza di uomo politico è questo sindaco Alfano, – scrive Digiacomo – che gioca con un comune importante e prestigioso come il ragazzino col trenino elettrico che smette di tormentare solo quando lo ha completamente sfasciato? Quello che noi abbiamo fatto per la nostra amata Comiso in dieci anni è sotto gli occhi di tutti e nel cuore dei comisani: cento opere pubbliche, aeroporto, e una rete di servizi alla città tra le più capillari del Mezzogiorno. Ma il sindaco Alfano, quello del fallimento, che cosa ha realizzato in 4 anni d’amministrazione? Quali opere pubbliche – si domanda Digiacomo – escluso un paio di “tortini” malriusciti in un paio d’incroci cittadini? Al contrario, non solo non ha costruito opere pubbliche e servizi pubblici, ma quelli che c’erano si è impegnato a distruggerli sistematicamente. In verità sarebbe arrivato il momento – scrive Digiacomo – che le forze politiche responsabili, a prescindere dal colore politico, staccassero la spina a questo vero flagello per Comiso e tentassero un difficile ma possibile lavoro di ricostruzione”.

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