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31/01/2012 -

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Ragusa, nuovo ultimatum dell’Ateneo al Consorzio universitario: pagamenti regolari o disattivazione dei corsi

Nuovo ultimatum dell’Università di Catania al Consorzio universitario della provincia di Ragusa, al presidente della Provincia regionale e al sindaco di Ragusa. Dopo la diffida di pagamento del 12 dicembre scorso per un importo pari a 959.315,75 euro oltre interessi, secondo quanto stabilito dall’accordo con transazione sottoscritto il 21 giugno del 2010, finalizzato al mantenimento dei corsi di laurea nella sede decentrata di Ragusa, l’Ateneo catanese ha nuovamente sollecitato gli enti iblei a rispettare i termini e le scadenze dello stesso accordo. “Il Consorzio di Ragusa ha versato a gennaio – si legge in una nota del Rettore Recca – 150 mila euro senza però specificare a quale debito imputare detto pagamento e l’Ateneo ha imputato tale somma all’importo dovuto dal Consorzio per il pagamento della seconda rata del piano di rientro – esercizio finanziario 2011 – per tutti i corsi di laurea tenuti a Ragusa già oggetto di un decreto ingiuntivo di 650.000 euro in precedenza notificato allo stesso Consorzio. Ciò premesso – conclude il rettore Antonino Recca -, qualora codesti enti persevereranno nell’inadempimento dell’accordo, non corrispondendo quanto dovuto alle scadenze previste, l’Università di Catania si troverà costretta a procedere alla risoluzione dell’accordo nella parte relativa ai corsi di laurea da attivare presso la sede di Ragusa e, conseguentemente, a non inserire i suddetti corsi nell’offerta formativa che questo Ateneo presenterà per l’anno accademico 2012/2013”. Traduzione: Lingue chiude. Il fallimento annunciato è stato nella stessa giornata di lunedì oggetto di un intervento di Italia dei valori che ha predisposto una mozione da presentare sia al consiglio provinciale che a quello comunale di Ragusa per chiedere la messa in liquidazione del Consorzio e la nomina di un unico commissario liquidatore che “operi direttamente per il raggiungimento degli scopi e delle finalità del Consorzio rilanciando le iniziative di sviluppo e di investimento sull’università”. Cosa ci sia da rilanciare, a questo punto, è poco chiaro, anche se Italia dei Valori porta esempi privati virtuosi come Kore di Enna. Riguardo invece la favola del quarto polo universitario pubblico propagandata dal consiglio di amministrazione del Consorzio, tutto rimane avvolto da ampie nebulose fino ad oggi comprensibili esclusivamente al senatore Gianni Battaglia che si ostina a puntellare un castello di sabbia. Tornando ad Italia dei valori risulta assai interessante la mozione per quel che riguarda i dati. Dal 2008 al 2012 il numero degli studenti iscritti ai corsi di laurea decentrati di Ragusa è diminuito del 74% con l’offerta formativa, come sappiamo, passata da 11 corsi di laurea per 7 facoltà ad una sola facoltà con due corsi. Ed ancora: entro il 30 giugno 2015 la somma da versare all’Università di Catania ammonterà a 10 milioni di euro. Riguardo i costi per gli organismi apicali del Consorzio, ossia consiglieri di amministrazione e revisori dei conti, arriviamo a 260 mila l’anno. Scrive Italia dei valori: “i criteri di efficenza, efficacia ed economicità che avrebbero dovuto indirizzare tutte le attività del Consorzio sono state negli anni del tutto disattesi, e perciò il persistere di una siffatta gestione non può che generare pesanti diseconomie, aggravando irrimediabilmente lo stato passivo dell’ente. I soci, Comune di Ragusa e Provincia – scrive Italia dei valori – sono dotati di propri uffici legali per attivare urgentemente azioni di recupero coattivo e sono dotati di personale amministrativo per svolgere i compiti del consorzio; a riprova di questo risulta che i compensi ai dipendenti del Consorzio (32) negli ultimi mesi sono stati pagati dagli uffici amministrativi della Provincia”.

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