“Il clown sei tu. Quando ti perdi, perdi le staffe, il tuo personaggio, ti perdi dentro di te, cerchi la luna, chiami Godot, sbagli ascensore o vita”. Le parole che il maestro Emmanuel Gallot Lavallèe ha detto domenica sera, rivolgendosi confidenzialmente al pubblico del Masd, che è intervenuto alla sua lezione spettacolo conclusiva di un laboratorio durato tre giorni, spiegano con semplicità l’essenza poetica del clown. Il famoso clown francese ha fatto della semplicità la sua essenza di attore, tant’è che a Ragusa si è esibito senza orpelli: né naso rosso, né trucco, ma solo piccoli gesti, la gestualità del corpo e l’imbarazzo del clown che si trova improvvisamente davanti a un pubblico che non conosce e del quale deve conquistarne la fiducia. “La semplicità rende unico il clown – ha spiegato Lavallè -, il clown che è dentro ognuno di noi”.