Al via davanti alla Corte d’Appello il processo di secondo grado ai danni di tre vittoriesi accusati di avere seminato il terrore in via Messina, a Scoglitti il 16 agosto del 2007. Il sostituto procuratore generale Gaetano Siscaro ha chiesto per tutti e tre la condanna a 20 anni di carcere, con uno sconto per uno degli imputati rispetto alla sentenza del 26 ottobre 2009. In quella data il Tribunale di Ragusa, presieduto da Michele Palazzolo, con a latere Antonietta Donzella e Claudio Maggioni, ha condannato a 25 anni e 5 mesi di reclusione Massimo Salvatore Mangione, 31 anni; venti anni e 6 mesi di reclusione sono stati inflitti a Gabriele Triolo, 36enne; 20 anni e dieci giorni di reclusione sono stati inflitti a Giuseppe Scardino, 34enne. Le tre pesanti condanne ai danni di Mangione, Triolo e Scardino sono arrivate per tre rapine (un fuoristrada, una Mercedes ed un ciclomotore rubati con la forza durante la fuga) e per il tentato omicidio di una ragazza di cui era accusato solo Mangione. In Appello la Procura generale ha fatto cadere questo reato, sicché la pena richiesta per Mangione è stata ridotta di 5 anni. Già in primo grado i tre sono stati assolti dal tentato omicidio del poliziotto che li aveva riconosciuti. L’avvocato Gianluca Gulino, infatti, ha dimostrato che la pistola, dopo avere esploso il colpo in aria, era scarica in quanto era priva di carrello contenente gli altri bossoli. Dopo la requisitoria la Corte (presidente Ignazio Santangelo, a latere Anna Maria Muscarella e Antonio Giuttari), ha aggiornato i lavori all’8 maggio per le arringhe degli avvocati Gulino, Enrico Platania e Salvatore Cannata.
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