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11/02/2012 -

Ambiente/Società/

CEMENTIFICAZIONE AD IBLA, LA PROPOSTA DELLA SOPRINTENDENZA

Aumentare i livelli di tutela dell’area per evitare rischi di speculazione edilizia. La zona in questione è quella che circonda il quartiere barocco di Ibla. Un passaggio da una tutela due ad una tutela tre nel piano paesaggistico, con vincolo di totale inedificabilità. Il soprintendente, Alessandro Ferrara, individua questa possibile soluzione per mettere al riparo una delle aree più belle dal punto di vista paesaggistico da una possibile corsa alla cementificazione. I segnali, in tal senso, non sono buoni, vista la dettagliata segnalazione inviata dall’associazione Tutela terre d’Oriente all’assessorato regionale ai Beni Culturali e ambientali. “Le concessioni per la realizzazione di villette – spiegava l’associazione – sarebbero state rilasciate a società immobiliari straniere, a singoli cittadini stranieri che non sembrano svolgere l’attività agricola. Com’è d’altronde evidente considerato che i titolari delle concessioni edilizie sono cittadini stranieri e che i lotti di terreno sono di estensione minima (1 ettaro) dove nessun tipo di agricoltura può essere praticata in un’area di pascolo dove le aziende più piccole hanno di media 30 ettari. Il Sovrintendente avrebbe rilasciato le concessioni senza richiedere l’asseverazione da parte dell’Ispettorato agrario (secondo l’articolo 42 delle norme di attuazione del piano paesaggistico) o altro ente preposto circa il possesso del requisito di imprenditore agricolo professionale da parte del richiedente la concessione edilizia. La Soprintendenza nel rilasciare i pareri positivi ha condizionato non alla coltivazione ma alla manutenzione del fondo senza verificare il possesso del requisito di imprenditore agricolo professionale. Ma la manutenzione è altro rispetto alla conduzione”. Il soprintendente replica: “La concessione rispetta quanto previsto nel piano. Semmai occorre alzare il livello di tutela, in modo che in queste aree non si possa costruire”. Ferrara aggiunge: “Sulla base delle osservazioni, in alcune aree, il livello di tutela è stato abbassato. In queste, invece, come nella zona di Ibla, la tutela dovrebbe passare da due a tre”. Il dirigente dell’assessorato regionale aveva chiesto una relazione in merito a quelle concessioni e di valutare una possibile revoca, in autotutela. “Al momento le autorizzazioni rilasciate non sono state revocate – risponde Ferrara -. Stiamo fornendo una relazione dettagliata all’assessorato”. Un ripensamento potrebbe esserci sulla base del rafforzamento del livello di tutela, in modo da non compromettere le aree in modo irreversibile. Nei giorni scorsi, a Palermo, un incontro tra Ferrara, i dirigenti dell’assessorato ed i responsabili delle associazioni ambientaliste. Si punta, come detto, a bloccare sul nascere speculazioni di ogni tipo, ponendo i vincoli di inedificabilità. Ma la questione delle costruzioni in zona agricola rimane comunque un problema non risolto, con gli ambientalisti che sostengono chiaramente che, in quelle aree, si costruiscono solo edifici a servizio del fondo. Di diverso avviso il Comune di Ragusa. E non poche sono le segnalazioni degli ambientalisti alla Procura che segue con attenzione tutta la vicenda.

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