L’oro bianco di Ragusa; l’ottanta per cento della produzione lattiero casearia siciliana. Un’economia virtuosa fino a pochi anni fa. Oggi l’ottanta per cento delle aziende ha bilanci in rosso. Colpa degli aumenti dei costi di produzione, il caro gasolio e l’energia elettrica, ma anche di una trattativa regionale ferma al palo. Il latte viene pagato 38 centesimi al litro più Iva. Per produrlo, conti alla mano, tra mangime e manodopera, occorrono non meno di 43 centesimi. Un patrimonio inestimabile quello della zootecnia: 80 mila bovini, 1400 aziende zootecniche, 30 mila ovini, 8500 caprini, 16 mila suini e 2500 equini. “Il futuro è molto nero – dice il direttore dell’associazione allevatori, Giuseppe Battaglia -. Non esiste un reddito certo e la maggior parte delle aziende produce in perdita. Un sistema che è in crisi oramai da troppi anni. La nostra preoccupazione è legata al futuro di tanti giovani che vivono all’interno delle aziende”, conclude Battaglia. Amarezza e tanta sfiducia, nelle parole di Mattia Occhipinti, presidente provinciale della Coldiretti, nonostante le tante battaglie portate avanti, alcune delle quali, vedi il contratto sul prezzo del latte siglato nel 2007, con buoni risultati. “Siamo al capolinea di una vicenda lunga e complessa con risultati devastanti per le aziende ragusane – dice Occhipinti – parlare di uno sbocco, di uno spiraglio significa illudere qualcuno. La realtà è drammatica – ha detto ancora Occhipinti – e il futuro nei prossimi anni sarà ancora più nero. Nella mia azienda, ad esempio, abbiamo ridotto il numero dei capi di bestiame, tagliando le spese superflue. Abbiamo pensato alla trasformazione del latte per la produzione dei formaggi e dei derivati”. Troppo basso il prezzo pagato agli allevatori per un litro di latte che i consumatori acquistano ad oltre un euro. In altre parti d’Italia, invece, il prezzo che l’allevatore riesce ad ottenere è di 46 centesimi al litro.