Lo stereotipo è profondamente cambiato: indossano abiti di marca, svolgendo tutti i giorni, o quasi, una normale attività lavorativa; una famiglia ben radicata con sani principi; il fine settimana pensano di evadere dalla routine quotidiana, sniffando droghe come la cocaina o usando eroina, (ora è molto in uso, specialmente fra le ragazze, fumarla). “Non esiste la figura del tossico che vive ai margini della strada – spiega il coordinatore della Comunità Incontro, Guglielmo Puzzo -, relegato nei quartieri periferici o dormitorio delle nostre città. Oggi il nuovo eroinomane può essere un nostro vicino di casa, il figlio di un carissimo amico, insomma una persona di cui fidarsi. Invece, spesso dietro si cela una personalità fragile che non riesce a percepire il senso delle umane cose, il dramma che lo circonda”. La Commissione europea sulle droghe ha lanciato l’allarme sul crescente problema delle nuove droghe sintetiche sul mercato, sostenendo la necessità di interventi più incisivi in tutta l’Unione europea per contrastarle. “Oggi le droghe sono state geneticamente modificate. Negli anni ’70 una canna conteneva al massimo lo 0,05% di Thc (tetraidrocannabinolo), oggi trovi in giro della marijuana che contiene il 35% di principio attivo. Pazzesco – ha detto ancora Puzzo -: una canna al giorno d’oggi corrisponde a circa 700 canne di quegl’anni. Il dramma è che questi ragazzini – aggiunge Puzzo – percepiscono ciò che li circonda in maniera tardiva e in modo assolutamente superficiale. E’ come se queste nuove droghe gli togliessero l’anima. Purtroppo i servizi pubblici, mi riferisco al Sert, in modo particolare, non sono messi nelle condizioni di attivare processi d’aiuto per un percorso umano e sociale integrale. Di recupero pieno”.
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