Utilizzare il sole per uscire dalla crisi. Non è l’unica strada, ma è un intervento che potrebbe risultare utile. E’ quanto sostiene Legambiente che spiega come sulla base del cosiddetto decreto Monti sulle liberalizzazioni non si potranno più fare impianti fotovoltaici a terra, per cui gli investitori si rivolgeranno, come in parte stanno facendo, agli impianti sui tetti che godranno ancora per un anno di incentivi interessanti che uniti a costi dei pannelli in discesa (meno di 2000 euro/Kw per impianti da 20 kW, ancora meno per impianti più grandi) assicurano per 20 anni rendimenti dell’8-10%. “Un’idea praticabile – spiegano gli ambientalisti – è quella di costruire impianti fotovoltaici sui tetti di capannoni industriali, artigianali ed agricoli o in mancanza di soldi di affittarlo avendo in cambio energia gratis oppure un impianto fotovoltaico in regalo. Le imprese ne avrebbero solo vantaggi con riduzione dei costi oppure con aumento dei ricavi – precisa Legambiente -, il tutto senza anticipare nulla. In più questa soluzione risolverebbe il problema dello smaltimento dei tetti in eternit in quanto è previsto un contributo aggiuntivo nel conto energia quando si sostituiscono con fotovoltaico tetti in cemento amianto”. Legambiente aggiunge: “Per una maggior efficacia dell’intervento si potrebbero raccogliere le disponibilità ad affittare i tetti da parte delle imprese delle due zone industriali – dicono gli ambientalisti – e insieme offrire sul mercato decine di migliaia di mq. I capitali verrebbero da fuori come è stato per gli impianti fotovoltaici a terra, ma il lavoro resterebbe qui. Questa opportunità è aperta anche alle famiglie che non sanno come proteggere i risparmi”. Terza opportunità per far affluire investimenti, e quindi lavoro, è rappresentata dal risparmio energetico.
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