La segnalazione era partita dall’Associazione Tutela Terre d’Oriente, presieduta dallo architetto Salvatore Mancini. La concessione in questione era stata data dalla soprintendenza il 28 dicembre scorso, in un’area limitrofa al quartiere barocco di Ibla. L’associazione aveva quindi scritto alla Regione chiedendo la revoca di quel provvedimento autorizzativo in quanto sarebbe stato in contrasto con il piano paesaggistico. Il 20 gennaio la richiesta del dirigente del servizio piano paesaggistico regionale, Michele Buffa, alla soprintendenza di Ragusa perchè facesse una relazione sull’argomento, “con particolare riferimento alle motivazioni del parere che, stando a quanto riportato (dall’associazione n.d.r), appare in contrasto con la normativa vigente”. Contestualmente la richiesta di valutare l’opportunità di “procedere al ritiro immediato in autotutela del provvedimento stesso”. Ritiro che non c’è stato, dal momento che in soprintendenza sono certi che si tratti di un “nulla osta” assolutamente regolare. Immediata era scattata anche l’indagine con la delega data dal Procuratore ai carabinieri. In un intervento, l’associazione lamentava che “le concessioni per la realizzazione di villette sarebbero state rilasciate a società immobiliari straniere, a singoli cittadini stranieri che non sembrano svolgere l’attività agricola. Com’è d’altronde evidente considerato che i titolari delle concessioni edilizie sono cittadini stranieri e che i lotti di terreno sono di estensione minima (1 ettaro) dove nessun tipo di agricoltura può essere praticata in un’area di pascolo dove le aziende più piccole hanno di media 30 ettari”.