Un articolo apparso sul Sole 24 Ore di giovedì ha innescato una serie di interventi in merito all’aeroporto di Comiso. Sarebbe, infatti, giunto ormai al traguardo il Piano nazionale degli aeroporti che vedrebbe l’aeroscalo di Comiso inserito fra i 18 definiti “aeroporti di servizio”. “Apprendiamo da notizie di stampa – ha detto il sindaco di Comiso Giuseppe Alfano – dell’inclusione dell’aeroporto di Comiso nel Piano nazionale aeroporti esitato dal Ministero delle Infrastrutture – ha detto ancora il sindaco contenente una razionalizzazione della rete aeroportuale nazionale con 24 scali principali e 18 di servizio. Per quest’ultimi, dove troviamo l’aeroscalo comisano, si prevedono tre anni per verificarne le condizioni di sostenibilità economica. Se ciò può essere ragione di preoccupazione per il futuro dello aeroporto di Comiso non considerato principale, per altro verso è importante, e perciò confortante, il fatto che il nostro aeroscalo sia stato comunque inserito tra gli aeroporti italiani benché non ancora aperto al traffico. Il nostro aeroporto – ha detto ancora il sindaco Alfano -, pur inserito nell’elenco degli aeroscali che, secondo il Piano, rispondono prevalentemente a esigenze e fabbisogni di natura locale, è in buona compagnia. Personalmente sono convinto che sia un errore chiudere aeroporti in un Paese come l’Italia, che si estende verticalmente con distanze quindi notevoli tra Nord e Sud. Sono altresì convinto – continua il primo cittadino – dell’importanza strategica invece dell’aeroporto di Comiso per lo sviluppo sociale ed economico di un territorio, tutto il Sud-Est della Sicilia, marginale dal punto di vista geografico, ma dinamico e dalle enormi potenzialità turistiche ed economiche”. Il sindaco fa sapere anche che “per scongiurare un eventuale rischio di mancata copertura dei costi di gestioni, sui tavoli tecnici in atto con Enac ed Enav, è valutata l’ipotesi di utilizzare il sistema Afis per il controllo dei voli piuttosto che la torre di controllo che darebbe un risparmio di circa il 90 per cento sui costi stessi”. “In ogni caso – ha concluso Alfano valuteremo quali azioni politiche intraprendere, eventualmente insieme agli altri aeroporti interessati, perché possa essere riveduta tale decisione”. Sull’argomento è intervenuto anche l’on. Pippo Digiacomo del Pd che ha puntualizzato e rassicurato sulla situazione dell’aeroscalo di Comiso. “Comiso – ha detto Digiacomo – ha ampiamente superato le condizioni generali avendo già privatizzato la società di gestione, avendo costituito con Catania di fatto un sistema aeroportuale della Sicilia orientale che ambisce a diventare il terzo polo aeroportuale italiano, avendo già provveduto tramite la Regione Sicilia ad allocare le risorse necessarie per coprire i costi di assistenza al volo – ha precisato Digiacomo -. Attendiamo che il presidente Monti e il ministro Passera firmino il decreto di apertura dell’aeroporto di Comiso che sarebbe una plastica rappresentazione di come l’Italia e il mezzogiorno interpretano lo slogan ‘cresci Italia’ “.