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30/03/2012 -

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ANTIMAFIA E SCUOLA. LA TESTIMONIANZA DI UNA STUDENTESSA

Riceviamo e pubblichiamo una lettera che una studentessa della scuola Marconi di Vittoria ha fatto avere alla redazione di Tele Nova. Nella lettera si parla di un progetto realizzato dall’istituto scolastico. “Quest’anno la mia scuola ha organizzato un progetto per indurre i ragazzi al rispetto delle regole e quindi alla legalità. Dopo vari incontri pomeridiani, giorno 13 e 14 febbraio 2012 abbiamo avuto la possibilità di visitare i luoghi, dove in Sicilia è stata principalmente presente la mafia. Abbiamo visitato l’agriturismo “Terre di Corleone” diretto dalla cooperativa sociale Pio La Torre, che gestisce i terreni confiscati alla mafia, in particolare alla famiglia Riina. Abbiamo visitato Piazza Garibaldi, dove è posto il busto di Placido Rizzotto, un grande uomo che pur di difendere gli onesti, perse la propria vita. La “bottega dei sapori” di Libera è un’altra associazione contro la mafia, un edificio confiscato alla famiglia di Provenzano, dove abbiamo incontrato i giovani che gestiscono la bottega. Fra i tanti luoghi visitati, il Cidma ha catturato maggiormente la mia attenzione e la mia sensibilità. Il Cidma è il “centro internazionale della documentazione antimafia”, un grande edificio presso Corleone, dove sono esposte tante foto che raccontano la Sicilia negli anni passati, quando la mafia seminava terrore, ritraendo i mafiosi più conosciuti e tante delle tragedie a loro attribuite. Inoltre, raccoglie tutti i documenti relativi al maxi processo che interessò circa 400 mafiosi. Penso che questi progetti siano molto utili per i giovani per far si che prendano coscienza della realtà mafiosa e di quanti Grandi Uomini, come Falcone e Borsellino, hanno messo da parte la paura pur di combattere contro quelle persone che pretendevano il potere su tutto. Inoltre visitando Piazza Maggiore c’è stato permesso di vedere dove questi uomini hanno trascorso la loro infanzia, posti semplici, quartieri non ricchissimi e popolati da persone comuni. Crescendo in questi posti, Falcone e Borsellino, vedevano giornalmente i disastri della mafia, crescendo si rendevano conto della gravità della situazione ed essendo Siciliani volevano far qualcosa per salvare questa Terra. Decisero così di intraprendere questa lotta, convivendo con il rischio di perdere tutto in un solo istante, ma decisero di combattere fino alla morte e questo ai nostri occhi li rese Grandi Eroi”.

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