Ventotto anni e quattro mesi complessivi di carcere sono stati chiesti dall’accusa per l’incidente sul lavoro che, l’11 giugno del 2008, all’interno del depuratore comunale di Mineo, provocò la morte di sei persone. Si è conclusa nella serata di mercoledì, davanti al Tribunale di Caltagirone, la requisitoria del pubblico ministero Sabrina Gambino, che alla fine ha chiesto la condanna a otto mesi per il sindaco di Mineo, Giuseppe Castania, ritenuto colpevole in misura minore rispetto ad altri sei imputati. Pene più severe, con l’ipotesi di concorso in omicidio plurimo, sono state invece chieste per il titolare dell’omonima azienda di espurgo di Ragusa, Salvatore Carfì, e per il capo cantiere della ditta, Salvatore La Cognata: per ciascuno dei due sono stati invocati sei anni (per Carfì anche la confisca della società che, per responsabilità civile, è stata chiamata a versare in solido mille quote, infine l’incompatibilità a contrarre rapporti di lavoro con altri enti pubblici). Quattro anni sono stati chiesti per l’allora assessore comunale ai Lavori pubblici, Giuseppe Mirata; quattro anni e otto mesi per il responsabile dell’Ufficio tecnico comunale, Marcello Zampino; quattro anni per l’addetto al servizio del depuratore, Antonino Catalano; tre anni per il responsabile del servizio di prevenzione, Giuseppe Virzì.
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