Promesso, vantato, elogiato. Ma potrebbe non partire lo stesso il “Treno barocco”, definito negli esaltanti comunicati stampa degli anni passati, come il gioiello dei servizi ferroviari, strumento di valorizzazione per eccellenza del turismo artistico nei paesi della Val di Noto. Nonostante il successo degli anni precedenti, infatti, la Regione ha annunciato che non darà alcun contributo per l’avvio del servizio. Il che significa che se i Comuni della Val di Noto vogliono garantire anche quest’anno il treno di collegamento, a cadenza settimanale, fra le province di Siracusa e Ragusa, dovranno esclusivamente mettere mano ai loro magri bilanci. La decisione della Regione è un vero e proprio schiaffo per il territorio ibleo, che il coordinamento provinciale Cub trasporti, senza mezze parole definisce “una presa a pesci in faccia per la provincia iblea”. Anche perché nemmeno due mesi fa, il dirigente regionale dell’assessorato ai Trasporti dottor Coniglio, intervenuto alla conferenza provinciale sulle ferrovie, promossa dalla Provincia di Ragusa e dalla Cub Trasporti, aveva ancora una volta esaltato il “Treno barocco”, lasciando intendere le buone intenzioni della Regione e soprattutto l’assenza di discriminazione nei confronti della provincia iblea. “I fatti, invece, dimostrano esattamente il contrario – sostiene il coordinamento Cub – perché quando le risorse sono scarse, la Regione pensa sempre alla Sicilia sud-orientale, per far pagare a qualcuno le colpe di un’insana gestione dei fondi pubblici”. Che il treno della Val di Noto sia a rischio, lo dimostra già il ritardo nell’avvio. Il collegamento avrebbe dovuto partire a fine marzo. “La nostra è una marcia controvento, e per condurla in porto occorrono uomini che si facciano rispettare e pretendano i nostri diritti