Fra i precari che giovedì mattina hanno manifestato davanti all’Ispettorato provinciale del Lavoro, in occasione della “Giornata della precarietà” promossa dalla Cgil, c’erano anche Barbara, Patrizia e Ornella. Tre donne, di età diverse, accomunate dal dramma di aver perso il lavoro, qualche anno fa, e oggi di non poter più usufruire delle agevolazioni in deroga previste dagli ammortizzatori sociali. Barbara Chillè fra due settimane sarà mamma. “Ho 35 anni e ben poca speranza nel mio futuro lavorativo – dice Barbara, che ha partecipato alla manifestazione, pur col suo pancione -, fortunatamente mio marito ha un buon posto di lavoro, e questo ci ha consentito di realizzare il nostro progetto di vita: avere un figlio”. La sua ex collega, Patrizia Licitra, 42 anni, anche lei sposata, soffre di un disagio ancora più grande. “Mio marito è in cassa integrazione – spiega Patrizia – e l’annullamento della deroga delle ammortizzazioni sociali per me è un vero dramma”. C’è infine Ornella Lombardi, la più giovane di queste tre colleghe, che sino al 2009 lavoravano in una società informatica di Ragusa. Tre anni fa queste donne sono state licenziate. L’azienda per la quale prestavano la mansione di operatrici al terminale non esiste più. “Anche se io ho 26 anni, e quindi, per una questione di età, magari ho più possibilità di trovare lavoro – dice Ornella – devo dire che ho le stesse grandi difficoltà nell’individuare una nuova prospettiva occupazionale, esattamente come accade alle mie due ex colleghe”. La storia di Barbara, Patrizia e Ornella è simile a quella di tante altre donne precarie che in provincia di Ragusa, dopo essere state licenziate o poste in cassa integrazione, non riescono più a trovare lavoro.