Tecniche raffinate e moderne. Un lavoro antichissimo, la tosatura della pecore, uno dei momenti più intensi delle comunità pastorali del ragusano. Un mestiere che rischia di scomparire. Un rito che si svolge in primavera quando il caldo comincia ad opprimere le pecore e si rende necessario alleggerire gli animali. “I tosatori sono richiestissimi – spiega l’allevatore Giovanni Tuminello – e ogni anno, in primavera, sono costretto a chiamare gli amici tosatori di Altamura, in provincia di Bari, che sono i veri maestri in Italia della tosatura. Quattrocento capi di bestiame vengono tosati in poche ore. Un vero e proprio record: poco meno di un minuto e 20 secondi per tosare una pecora. In provincia di Ragusa, nonostante le tante richieste, nessuno è in grado di tosare le pecore con l’attenzione e la dedizione che usano questi professionisti”. Si inizia al mattino con l’adunata degli ovini all’interno di un recinto chiuso e quindi vengono prelevate uno alla volta. Questo perché le pecore si spaventano alla vista delle compagne senza lana e potrebbero andare in escandescenza. Gli animali vengono quindi sdraiati sul dorso, con una abile e rapida mossa, e il tosatore inizia il lavoro. E’ un rito, quasi magico, che permette di capire valori e tradizioni di una cultura antica. “In pochissimi minuti la pecora, con l’ausilio di un rasoio, viene tosata. – spiega Saverio Falcione – Le pecore vengono tosate non solo perché la lana è utile, ma anche perché la lunghezza del vello può essere un impedimento per l’animale, sopratutto nella stagione estiva”.
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