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23/05/2012 -

Economia e Finanza/Pubblica Utilità/Società/

ESONDAZIONE DEL DIRILLO, MANCANO GLI INTERVENTI

Detriti e colture distrutte. Paletti in cemento estirpati dall’acqua e confluiti alla foce del Dirillo. Di quella rigogliosa valle, con un migliaio di ettari di carciofeti e vigneti a pieno campo, è rimasto ben poco. Gli imprenditori agricoli chiedono a gran voce la messa in sicurezza degli argini del fiume. “Siamo stati abbandonati al nostro destino – dice Alfonso Rosa, uno dei produttori maggiormente colpiti – con centinaia di colture distrutte dall’acqua e fabbricati rurali e serre divelte. Non abbiamo ricevuto neppure un centesimo di indennizzo ma l’aspetto ancora più grave di tutta questa assurda vicenda è la totale indifferenza degli enti preposti per la messa in sicurezza degli argini del fiume”, ha detto Rosa. Il sindaco di Acate, Giovanni Caruso, parla di una vicenda paradossale. “Serve un intervento straordinario per risistemare a valle il fiume i cui argini sono letteralmente saltati in aria – aggiunge il primo cittadino di Acate -. Ad oggi non ci sono le condizioni minime di sicurezza in quel tratto di territorio che ha subito danni incalcolabili. Dal punto di vista giudiziario ci sarà un iter da seguire, con delle responsabilità ben precise, l’altro aspetto, ed è quello che ci interessa maggiormente, riguarda la ricostruzione degli argini”.

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