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25/05/2012 -

Politica/

FALCONE DIMENTICATO

“Il sindaco Dipasquale è così preso dal riflettere su quale ruolo dovrà svolgere nella prossima campagna elettorale alla Regione che dimentica di assolvere i più elementari compiti di carattere istituzionale”. E’ il partito democratico di Ragusa a denunciare la tristissima incuria del sindaco Dipasquale che nulla ha fatto per celebrare il ventennale della morte di Giovane Falcone. Scrive il segretario Calabrese: “Se tale dimenticanza, poi, ha a che vedere con il ventennale di un episodio tragico per la nostra terra, come la strage di Capaci, è naturale pensare che questa disattenzione assuma la pesantezza di un macigno. E’ semplicemente scandaloso che una città capoluogo di provincia in Sicilia come la nostra – afferma Calabrese – non abbia previsto lo straccio di una iniziativa pubblica per sensibilizzare le coscienze. Ma è questo il modo di fare amministrazione del nostro sindaco? Ma quali sono i reali valori su cui deve fondarsi una città per potere coltivare i cittadini del futuro? Che messaggio abbiamo trasmesso, – scrive Calabrese – con questa grave mancanza, ai nostri ragazzi, agli studenti? Ancora una volta questa Amministrazione si distingue per la scarsità di valori morali che riesce a trasmettere. Il ventennale della strage di Capaci era un’occasione da non lasciarsi sfuggire per perpetuare la memoria di personaggi da portare ad esempio, di figure che hanno pagato con il prezzo più alto, la loro vita, il servizio allo Stato. Ieri, devo dire la verità, – continua Peppe Calabrese, segretario del Pd – mi sono vergognato di essere cittadino di una città in cui il sindaco non prova alcuna tensione ideale verso le sollecitazioni di questo genere. Se ci fosse stato da invitare qualche personaggio tra i più improbabili a cui conferire la cittadinanza, allora sì che ci sarebbe stata la mobilitazione generale, la chiamata a raccolta di tutti i notabili. Purtroppo, ancora una volta, abbiamo perso un’occasione. Ci siamo distinti, in negativo, – conclude Calabrese – per non essere riusciti a sentirci parte di questa città”

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