“La riduzione delle indennità di amministratori e consiglieri comunali, anche se eticamente e politicamente può avere un significato, non serve da sola a risolvere i gravi problemi con cui i Comuni si confrontano. Occorre portare avanti altre scelte e ben più drastiche”. La pensa in questi termini Enzo Pelligra, presidente dell’associazione politico-culturale “Pensare Ibleo”, dopo avere preso atto delle determinazioni assunte da alcune Amministrazioni comunali dell’area iblea, non ultima quella di Ragusa, rispetto alla vicenda dei costi della politica. “Il risparmio che sarà garantito alle casse dei Comuni con la riduzione di indennità e gettoni di presenza – continua Pelligra – avrà un peso variabile dall’1 al 5% rispetto a quello che, invece, potrebbe arrivare se si facessero scelte più oculate e circostanziate, soprattutto per quanto concerne l’eliminazione del superfluo dalle spese programmate dai vari enti locali territoriali. Mi chiedo, ad esempio: che senso ha tagliare l’indennità di un assessore di un centro come Monterosso Almo che percepisce mensilmente una somma di circa duecento euro? Il rischio è che tagliare le indennità diventi – aggiunge Pelligra – la moda politica del momento finendo con il perdere di vista il vero problema: la necessità per le Amministrazioni locali di avviare un serio programma di risparmio e di contenimento delle spese che, queste sì, rischiano di perdere il dovuto controllo anche in un periodo di crisi come quello attuale. Basta con i contributi a pioggia per ogni manifestazione. Basta con somme, anche consistenti, erogate a questa o a quella associazione per compiacere il referente di turno. Piuttosto, ci si attrezzi in maniera opportuna – aggiunge con un piano annuale in grado di prevedere il più possibile le uscite lasciando pochissimo spazio alle improvvisazioni”. Pelligra, inoltre, punta il dito su settori cardine della vita di un ente, come gli assessorati allo Sviluppo economico. “Sono quelli che possono incidere sulla crescita di una città – continua – come può accadere, ad esempio, a Ragusa. Ci vogliono, però, indirizzi forti e precisi, determinazione orientate a ricadute specifiche. Assolutamente non si può lasciare cadere tutto nel vuoto come se nulla fosse. Sono convinto che dovranno arrivare, per gli enti locali, momenti ancora più duri considerati i tagli che, purtroppo, si annunciano ulteriormente consistenti dallo Stato e dalla Regione. Per questo – conclude – lo slogan deve essere: combattiamo il superfluo e pensiamo ad attivare i dovuti percorsi per la crescita. Non dimenticando la prima e vera emergenza che è quella della perdita dei posti di lavoro. E proprio in questa direzione si potrebbero indirizzare le risorse risparmiate”.