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19/06/2012 -

Cronaca/

Villa confiscata al boss Madonia Ma i parenti rompono i lucchetti e ci passano l’estate

Nonostante l’immobile fosse stato confiscato alla mafia e trasferito al patrimonio del Comune di Santa Croce Camerina, per essere donato ad un ente nazionale per la protezione degli animali, avevano trascorso, anche con altri parenti, l’estate del 2011 nella lussuosa villa che era di famiglia, in zona Punta Braccetto. Avevano anche stipulato un contratto con l’Enel, peraltro mai onorato. Sono state le indagini a far emergere questa storia. I militari hanno denunciato la figlia ed il genero di uno dei capi storici di Cosa Nostra Giuseppe Madonia, condannato all’ergastolo per la strage di Capaci ed ora in regime di 41 Bis. I due devono ora rispondere di violazione dei sigilli, arbitraria invasione di edificio e violenza privata aggravata dall’essersi avvalsi della forza intimidatrice derivante dall’appartenenza del superboss Piddu Madonia, all’associazione mafiosa. La Procura della Repubblica iblea ha già notificato agli indagati l’avviso di conclusione delle indagini preliminari con contestuale informazione di garanzia. I fatti contestati sono relativi all’epoca compresa fra gennaio e novembre 2011. Dalle indagini condotte dai Carabinieri, su delega del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa Carmelo Petralia, è emerso che i coniugi, dopo avere spaccato i lucchetti posti dal Comune di Santa Croce Camerina al portone d’ingresso della villa, avevano trascorso il periodo di vacanze estive del 2011 nella villa, i cui locali (tre stanze da letto, due bagni, cucina e soggiorno), erano completamente arredati e funzionali. Il contratto Enel era stato intestato alla madre di lei, detenuta dal 2010. In quella casa, i militari hanno rinvenuto alcune lettere datate luglio e agosto 2011, spedite dal Carcere e firmate da Giuseppe Madonia, indirizzate alle figlie, segno inequivocabile del passaggio dei familiari del boss all’interno dell’abitazione. La villa di famiglia, a pochi passi dal mare, venne sequestrata e successivamente confiscata con provvedimento emesso dal Tribunale di Caltanissetta nel 2000. Il provvedimento era divenuto definitivo nel maggio del 2010. La confisca, effettuata ai sensi della legge antimafia, coinvolgeva nomi eccellenti di Cosa Nostra e riguardava, oltre alla villa di Punta Braccetto, anche quote societarie e automobili di proprietà del superboss. L’intervento di magistratura e carabinieri ha fatto sì che venisse posta fine alla grave situazione, mettendo nelle condizioni il Comune di Santa Croce Camerina di ordinare lo sgombero dell’immobile confiscato da parte dei familiari del Madonia, avvenuto lo scorso mese di gennaio 2012.

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