Un calo delle vendite, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, pari al 40 per cento. Più ombre che luci in un settore, quello commerciale, che fa i conti con la mancanza di liquidità delle famiglie ragusane. Lo inasprimento del carico fiscale – in testa la Imu – ma anche le difficoltà oggettive nel raggiungere gli esercizi commerciali ubicati nel quadrilatero del centro storico di Ragusa superiore tra chiusure e cantieri, causano il distacco dai saldi. Registriamo una flessione considerevole – dice Salvatore Marinelli, titolare di un esercizio commerciale nella centralissima via Roma – colpa della crisi che ha letteralmente tagliato le gambe alle famiglie. Siamo molto preoccupati perché i saldi, attesi come una vera e propria manna dal cielo, in questa prima fase, sono stati un flop”. Con un clima di fiducia ai minimi storici e un reddito disponibile che si assottiglia sempre più i consumi nel settore moda non sembrano poter crescere neppure con i saldi. “Facciamo davvero fatica a coprire le spese di gestione delle nostre attività – incalza Angelo Chessari, figura storica della Confcommercio in città -; le tasse hanno penalizzato in maniera determinante le famiglie che sono costrette a tagliare le spese cosidette superflue iniziando proprio dal settore abbigliamento”. Le previsioni di Codacons sono nere: rispetto ai saldi invernali si registreranno ulteriori tagli dal 20 al 30 per cento sui consumi. Si registra una riduzione delle vendite anche nei centri commerciali e negli outlet, che negli anni passati avevano retto all’ondata di crisi.