“Vendesi attività in ex zona turistica. Causa incompatibilità sonora”. Il cartello campeggia in buona parte dei locali di Marina. Una “provocazione” o meglio una protesta contro i controlli serrati da parte di Carabinieri, Polizia, Polizia municipale. “Ci arriva un controllo ogni sera. Sembriamo dei delinquenti”, lo sfogo del titolare di un esercizio pubblico della frazione balneare. I titolari sono stanchi, ma c’è anche qualche timore a parlare, perché si sta creando un muro contro muro con le Forze dell’Ordine. Ed i gestori dei locali si sentono presi di mira. Per questo preferiscono l’anonimato. “Chi sbaglia paga – spiega un esercente – e questo lo abbiamo sempre sostenuto. Ma noi siamo letteralmente tartassati. Arrivano ogni sera carabinieri e polizia. A mezzanotte, quando il locale è pieno, e chiedono i documenti. Ci intimano di spegnere la musica perché disturbiamo”. Alla base del “pressing”, che tanti esercenti giurano di non ricordare gli altri anni, ci sarebbero delle denunce, da parte di alcuni residenti, alla Procura. “C’era stato un buon clima nel corso dell’incontro in Comune per discutere dell’ordinanza antirumore – spiega un esercente che interpreta le ansie di molti suoi colleghi -. Sembrava ci fosse comunque un accordo pure con i residenti – continua l’esercente -, ed invece in dieci giorni abbiamo avuto dieci controlli”. Nei giorni scorsi c’erano stati gli agenti di Polizia, che avrebbero anche effettuato controlli con i misuratori di decibel. Giovedì sera, invece, un gruppetto di militari dell’Arma, così come raccontano i titolari dei locali, si sono presentati nel cuore della “movida” di Marina, ossia via Tindari e dintorni, ma pare che verbali non ne siano stati fatti. Come se non bastasse, è vietata anche la musica dal vivo all’esterno. “Siamo in un periodo di crisi e questo lo sanno tutti – dice sconsolato l’esercente -. Noi abbiamo cali che vanno dal trenta al quaranta per cento. C’è chi ha anche registrato diminuzioni di incassi del cinquanta per cento. Ma dove dobbiamo andare a finire? E nessuno, comprese le associazioni di categoria, ci danno una mano”. Sul “tappeto” ci sono due esigenze: quella del riposo dei residenti e villeggianti e quella di offrire un’offerta turistica e ricreativa. Perché una località marittima senza locali e senza musica finisce per diventare un “rifugio” per pochi intimi, con buona pace del turismo e dello sviluppo economico. C’è chi sta provando a trovare un equilibrio tra le due esigenze: è l’assessore Francesco Barone, che ha promosso gli incontri con residenti ed esercenti, arrivando poi a stilare l’ordinanza antirumore che entrerà in vigore da venerdì. Qualcuno, però, ha preferito insistere sulla linea oltranzista, presentando gli esposti che poi hanno, nei fatti, inasprito i controlli. “Che ben vengano i controlli per il rispetto delle emissioni sonore – spiega Barone -. Ma tutto avvenga in modo da non creare un muro contro muro con gli esercenti”. Un appello al senso della misura, quindi, che da tante parti si auspica possa essere ascoltato.
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