Lunghe file d’attesa all’interno di locali angusti e assolutamente insufficienti ad ospitare un numero così elevato di cittadini. Manca il conta numeri e la fila viene “disciplinata” da numeri di carta distribuiti dagli stessi cittadini. Una vera e propria odissea per chi, come la signora Maria Cuciti, 75 anni, era venuta di buon mattino a riscuotere la pensione. La signora, colta da malore, è stata costretta a tornare a casa. Un solo sportello aperto al pubblico. Poi, alle 10,30, dopo le vibrate proteste dei cittadini, l’apertura di uno sportello aggiuntivo. Il personale è assolutamente insufficiente per fare fronte ad un numero così elevato di utenti che, specie durante l’estate, raggiungono le 50 mila presenze in tutta la fascia costiera. All’esterno dell’ufficio, tra le aiuole ricoperte di rifiuti, sostano alcuni immigrati in attesa del loro turno. “Quello che è accade in questo è ufficio è roba da terzo mondo – dice Gianni Giacchi, uno dei tanti cittadini un fila venerdì mattina all’ufficio – per una piccola commissione occorre fare una fila lunghissima. Un unico sportello aperto, fino alle 10,30, nonostante le vibrate proteste dei cittadini. Anche il personale opera in condizioni disumane con un carico di lavoro straordinario. L’ufficio provinciale delle poste deve potenziare l’organico e prevedere – continua Giacchi -, in alternativa, l’apertura straordinaria in alcuni giorni della settimana, nelle ore pomeridiane”. La signora Valentina Morabito ha un diavolo per capello. “Questo ufficio va potenziato – spiega la Morabito – quello che accade ogni giorno e in modo particolare in alcuni giorni del mese, ha dell’incredibile. Ci sono file lunghissime anche fuori dall’ufficio”. Eppure l’ufficio postale di Santa Croce è stato più volte attenzionato con petizioni e comitati spontanei, tra promesse, prese d’atto, e “tavoli tecnici”. “Ho firmato una raccolta firme – aggiunge Tiziana Sammito, una villeggiante della fascia costiera – dove si chiedeva a gran voce un nuovo ufficio postale a Santa Croce. Ancora una volta, per il terzo anno consecutivo, ci ritroviamo a discutere ed affrontare una vicenda grave”.
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