In merito agli ulteriori rinvii per la firma della convenzione che potrebbe dare il via alla piena funzionalità dell’aeroporto di Comiso, il presidente della Camera di Commercio di Ragusa, Sandro Gambuzza, evidenzia tutto il suo disappunto sulla notizia che viene definita come “un ulteriore freno alle potenzialità di sviluppo del territorio”. “Non posso che considerare, e con me tutto il sistema delle imprese di questa provincia – sottolinea Sandro Gambuzza – un fatto assolutamente grave questo ulteriore passaggio burocratico istituzionale che in queste ore si è pensato di attivare a Roma mentre si era ormai pronti alla firma con Enav della convenzione utile a far partire finalmente l’infrastruttura aeroportuale di Comiso. Aver voluto coinvolgere da parte del Ministero delle Infrastrutture ancora una volta il Ministero dell’Economia e la Corte dei Conti per un’ulteriore valutazione sui contenuti della convenzione ha decisamente il sapore di un moment dilatorio che mortifica ancora una volta le attese del territorio e evidenzia la scarsa attenzione ormai acclarata che Roma e gli organismi preposti hanno per le legittime attese di una comunità e di un territorio – ha dichiarato ancora Gambuzza – che si sta spendendo ai massimi livelli per ottenere la apertura dell’aeroporto di Comiso. In questo senso esprimo apprezzamento – ha detto il presidente della Camera di Commercio di Ragusa – per l’impegno forte che in questi difficili momenti di interlocuzione è stato profuso dal prefetto Cagliostro e dal presidente della Soaco Dibennardo, che non hanno risparmiato energie in una difficile trattativa. Non si può non auspicare ancora una volta che si registri una efficace mobilitazione complessiva dei soggetti tutti a vario titolo collegati con il problema dello sviluppo di questa provincia perché la misura della pazienza di una comunità come quella iblea è ormai al limite e non esistono giustificazioni di nessun tipo per questa ulteriore azione di rinvio”, conclude il presidente della Camera di Commercio di Ragusa, Sandro Gambuzza.