Il parere del Consiglio regionale per l’Urbanistica, già nel sopralluogo della scorsa primavera per esaminare il Piano particolareggiato, aveva chiaramente “bocciato” l’emendamento del consiglio comunale sull’edilizia di base, con possibilità più ampie per l’abbattimento e la ricostruzione nelle zone T1. “Ricordo che insieme a me anche un altro componente del Cru aveva espresso forti perplessità sulla previsione del consiglio comunale”. Ad affermarlo è il soprintendente Alessandro Ferrara, il quale aggiunge: “Il Consiglio ha chiesto al Comune maggiore approfondimento della questione, in quanto la formulazione con l’emendamento del consiglio comunale non era approvabile. Per questo ritengo che ci sia ancora una possibilità di intervenire nonostante non siano state effettuate controdeduzioni alle prescrizioni date dal Cru”. Uno spiraglio aperto, quindi, per trovare un equilibrio tra demolizioni e mantenimento dello status quo in centro. Ma cos’ha detto il Consiglio regionale per l’Urbanistica nelle prescrizioni accluse al documento di approvazione del Piano particolareggiato? “All’interno della deliberazione del consiglio comunale dell’8 luglio 2010 di adozione del Ppe, lascia molte perplessità la possibilità di ristrutturazione edilizia totale nelle zone T1, edilizia di base, pur riconoscendo autorevolezza alla composizione della conferenza di servizio che sarebbe chiamata a decidere sull’opportunità di consentire o meno tale strumento. Per quanto sopra, in questa sede, detta modalità d’intervento non viene condivisa e, qualora il Comune volesse riproporla, dovrà attivare idonea procedura di variante raccomandandosi che in ogni caso tali interventi potranno essere previsti solo per le unità edilizie i cui caratteri tipologici e formali siano irrimediabilmente compromessi o nel caso di fatiscenza gravissima, scientificamente comprovata, escluso che per gli edifici che presentano caratteristiche storico-ambientali o monumentali e previa approfondita analisi relativa alla tipologia T1, da sottoporre al preventivo parere di questa soprintendenza”. Orientamento che non è arrivato, come detto, a ciel sereno, e quindi al Comune probabilmente ci si poteva attrezzare, secondo l’indicazione data dal Cru, già da qualche mese. Altra affermazione chiara del Cru è questa: “La commissione centri storici di Ibla ha un valore consultivo, di indubbio significato, ma laddove insiste un vincolo paesaggistico o di interesse architettonico, anche sull’intero centro storico, definito bene culturale… il parere della soprintendenza è vincolante”.
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