“Ogniqualvolta Legambiente interviene per difendere paesaggio e beni naturali, puntuale l’intervento di Assindustria”. E’ il commento del circolo Legambiente “Il Carrubbo” di Ragusa che rileva come invece sia “assordante il silenzio di Assindustria, ogniqualvolta Legambiente interviene per proporre nuove politiche industriali in provincia, come per esempio la green economy”. “Abbiamo più volte invitato le imprese locali ad accedere a finanziamenti per diverse centinaia di milioni di euro nel settore della green economy, ma nessuno o quasi ha partecipato ai bandi. Durante le riunioni al tavolo dello sviluppo – sottolinea Legambiente Ragusa – e del lavoro presso la Camera di commercio abbiamo proposto, consegnando bozza di bando di gara e di capitolato d’appalto, di affittare ad investitori non locali tutti i tetti dei capannoni della zona industriale per realizzare un grande impianto fotovoltaico che avrebbe utilizzato i pannelli prodotti a Ragusa, generando lavoro e risparmio alle imprese, ma ancora aspettiamo una risposta. Continuiamo a credere che la produzione di energia basata sugli idrocarburi, oltre ad essere una seria minaccia per l’ambiente, appartiene oramai al passato, e comunque – continua Legambiente – per l’Italia è ben poca cosa. Secondo il Ministero dello Sviluppo economico le riserve stimate verrebbero consumate in soli 30 mesi, cioè in 2 anni e mezzo. Con il petrolio che si suppone ci sia nel sottosuolo italiano, stando alle stime di Assomineraria, si prevedono circa 4 miliardi l’anno di risparmio nelle importazioni di greggio – sottolinea l’associazione ambientalista – e la creazione di 34mila posti di lavoro. Ma secondo le stime della Commissione europea, una seria politica in linea con i recenti accordi internazionali sui cambiamenti climatici, consentirebbe all’Italia un risparmio annuo doppio dichiara ancora Legambiente – (fino a 8,5 miliardi di euro), e produrrebbe diverse centinaia di migliaia di nuovi occupati. Senza dimenticare che in 3 anni di applicazione della detrazione del 55% per i lavori di risparmio energetico negli edifici sono stati investiti 11 miliardi di euro con la creazione di 150mila posti di lavoro. C’è ancora qualcuno disposto a credere che valga la pena di rischiare l’acqua dell’intero bacino idrologico dell’Irminio, comprensivo di pozzi, sorgenti ed asta fluviale con i suoi ecosistemi delicatissimi per qualche centinaia di migliaia di euro di royalties? Sono infatti le irrisorie royalties – dichiara Legambiente a richiamare in provincia di Ragusa piccole e piccolissime compagnie petrolifere. In Italia si paga oggi il 7%, percentuale che fa sorridere rispetto a quelle praticate nel resto del mondo dove oscillano tra il 20% e l’80%. L’incidente al pozzo Tresauro dello scorso anno – conclude Legambiente – che, secondo i più esperti geologi conoscitori del territorio ibleo ha inquinato la sorgente Paradiso e il laghetto di Cannitello sta lì a dimostrare che il nostro non è un pregiudizio, ma soltanto realismo”.