La Guardia di Finanza, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, ha sequestrato 25.000 litri di prodotti e fitofarmaci contraffatti. Il soggetto, improvvisatosi chimico, C.R., è stato pertanto denunciato all’Autorità Giudiziaria per contraffazione e frode in commercio. Le operazioni delle Fiamme Gialle saranno estese al riscontro fiscale delle attività illegali oggetto di sequestro. Il settore dei fitofarmaci è molto importante in tutto il vittoriese in quanto ad altissima vocazione agricola di qualità di tipo serricolo. I Finanzieri da sempre impegnati nel comparto, hanno scoperto una vera e propria fabbrica di fitofarmaci e fitoregolatori in aperta campagna in territorio di Vittoria. All’interno del capannone, dove aveva luogo la vendita al dettaglio dei prodotti, vi era un’enorme quantità di medicinali per l’agricoltura, contraffatti o illegali. I Finanzieri, subito insospettiti dalla imperfezione delle etichettature, hanno scandagliato l’intera zona. Nel contesto, occultato da un telo all’interno del magazzino, è stato rinvenuto un centro di confezionamento dei prodotti: cisterne di fitofarmaci “sfusi”, barattoli vuoti, tappi auto-sigillanti ed etichette adesive, addirittura sono stati sequestrati coloranti utilizzati per raggiungere la medesima tonalità dei prodotti originali, il tutto volto alla contraffazione dei fitofarmaci più diffusi sul mercato. Nell’area, assolutamente sprovvista delle minime misure di sicurezza e prevenzione per i lavoratori, venivano effettuati grandi sversamenti di prodotto chimico sul terreno, con forti esalazioni. L’attività ha quindi consentito di rinvenire e sequestrare una vera e propria fabbrica di prodotti con una catena di montaggio a partire dalle etichette originali dei farmaci, che venivano fotocopiate e ristampate fedelmente su carta adesiva. Dopodiché, manipolando brutalmente e in modo dilettantistico e quindi pericoloso il prodotto chimico, avveniva il confezionamento “fai da te” con successiva apposizione degli adesivi contraffatti sui barattoli. Gli stessi venivano poi messi sul mercato spacciandoli per originali ai contadini ignari che pagavano il prezzo pieno del prodotto.
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