I docenti del Liceo Linguistico Kennedy di Ispica intendono rendere pubblica la loro indignazione e il loro smarrimento alla notizia della chiusura definitiva di un’istituzione scolastica che, con i suoi 35 anni di vita, entra di diritto nella storia del nostro territorio. “Un lusso che l’Ente Provincia non può e non intende più permettersi. Una motivazione poco convincente e accettabile. Non si può mortificare un istituto che da anni si occupa con successo della formazione di giovani generazioni, come qualcosa di superfluo e di inutile per la società civile; non si può, in nome del risparmio, calpestare il diritto allo studio e traumatizzare il regolare percorso scolastico di alunni che hanno scelto consapevolmente questo Liceo e non altri; non si possono chiudere le porte – scrivono i docenti del Kennedy – ad allievi disabili che hanno conquistato a fatica la loro integrazione; non si può dare il benservito a docenti che da anni hanno garantito la continuità didattica e la qualità dell’offerta formativa, e alimentare così un precariato sempre più in balia dei giochi di potere. Volendo, poi, parlare di contenimento della spesa, la chiusura dell’istituto – scrivono i docenti del Kennedy – non determinerebbe un significativo risparmio sull’organico dato che il personale, per la maggior parte, è a tempo indeterminato e, quindi, continuerebbe a gravare economicamente sul bilancio provinciale. Inoltre, i locali sono ceduti senza oneri per l’Ente gestore dal Comune di Ispica. Docenti, famiglie e studenti lanciano il loro grido di aiuto alle forze politiche perché trovino le risorse, anche a livello regionale, per mantenere in vita un liceo che da anni costituisce il fiore all’occhiello del sistema scolastico provinciale. Ci si augura – scrivono i docenti del Kennedy – che venga garantito ai frequentanti il completamento del ciclo di studi iniziato. Quest’appello vuole dare voce – concludono i docenti del Kennedy – a chi ancora crede nell’istruzione, valore fondamentale di una società libera e democratica, ancora una volta penalizzata come altri bisogni primari che ogni amministrazione dovrebbe garantire ai suoi cittadini”.
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