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26/11/2012 -

Società/

SPRIGIONIAMO SAPORI

Si chiama “Sprigioniamo sapori” ed è il nome del marchio presentato dal consorzio “La Città Solidale” al termine della due giorni di seminario dedicato all’economia sociale. Un marchio che rappresenta una risposta concreta per l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati e per il pieno recupero dei detenuti. Aurelio Guccione, presidente del Consorzio, entra nei dettagli del progetto. “Il nostro consorzio – spiega Guccione – ha inteso intraprendere una azione imprenditoriale che ad oggi ha già creato dieci posti di lavoro, di cui sei di inclusione di svantaggiati presso la casa circondariale di Ragusa. Il progetto consiste nell’avviamento di un’impresa per gestire la cucina detenuti e il bar/spaccio aziendale. Nella mensa vengono occupati due cuochi, due aiuto cuoco detenuti e quattro inservienti detenuti. Mentre, nel bar spaccio sono occupati una donna e un barista. La prospettiva del progetto – ha detto ancora Guccione – è di integrare nel mondo del lavoro i detenuti, offrendo loro la possibilità di lavorare anche dopo l’espiazione della pena. Infatti, si prevede di offrire il catering esterno con l’organizzazione di banchetti, cerimoniali e degustazioni oltre che di punti vendita esterni dei prodotti gastronomici”. La Città Solidale si propone di accompagnare questa impresa nei suoi primi passi per favorirne l’ingresso in quella che viene definita “economia carceraria”. Tema che è stato al centro della giornata conclusiva del seminario “Economia sociale”. Tra i relatori, Achille Tagliaferri, uno dei massimi esperti del settore a livello europeo, coordinatore Ufficio di Piano Distretto Roma G/1 e coordinatore nazionale del Dipartimento “Pace e Stili di Vita” delle Acli. “L’economia carceraria costituisce un fattore di civiltà verso il quale tendere – ha detto Tagliaferri -. Per farlo occorre sentire il carcere sulla propria pelle, sviluppare delle riflessioni attorno e dentro ad esso e, infine, avere delle visioni ed evasioni che ci permettano di vedere la reclusione come una pulsione creativa”, ha detto Tagliaferri. “Abbiamo già in corso – anticipa Guccione contatti molto interessanti per fare uscire presto i nostri prodotti dalla cucina del carcere. Mi fa piacere sottolineare la grande e preziosa collaborazione avviata con gli educatori e con i direttori delle case circondariali di Ragusa e Modica, persone – ha detto ancora Guccione – disponibili e che vivono concretamente il loro ruolo di agenti facilitatori del ritorno in società dei detenuti”.

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