Giovedì il Presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, e l’assessore regionale all’Agricoltura, Dario Cartabellotta, hanno incontrato una delegazione di imprenditori agricoli di Vittoria, che da diversi giorni portano avanti lo sciopero della fame, accompagnati dal sindaco di Vittoria, Giuseppe Nicosia, dal presidente del Consiglio comunale vittoriese, Salvatore di Falco, dall’assessore all’Agricoltura, Concetta Fiore, e da Gianni Fabbris, coordinatore nazionale di Altragricoltura. Nel corso dell’incontro, sono state rappresentate le condizioni dell’agricoltura siciliana e il rischio di fallimento per migliaia di operatori siciliani che potrebbero perdere quanto faticosamente costruito in anni e anni di sacrifici. Al fine di venire incontro alla situazione, il Governo regionale ha concordato con la delegazione i seguenti percorsi: verifica e immediata dichiarazione dello stato di crisi dell’agricoltura in Sicilia; la possibilità di inserire immediati strumenti di garanzia a copertura dei crediti per la conduzione agraria; l’istituzione di un tavolo tecnico tra assessorato all’agricoltura e tutte le associazioni agricole siciliane, che avrà lo scopo di individuare specifiche e dettagliate soluzioni per il rilancio agricoltura siciliana e la grave situazione debitoria delle aziende agricole. Il Governo della Regione ha concordato, inoltre, il lancio di una vertenza nazionale sulle questioni che riguardano il comparto, fortemente danneggiato dalle politiche comunitarie condivise dai governi che si sono succeduti negli ultimi anni, per tracciare un quadro di massima che consenta all’agricoltura siciliana di ridivenire produttiva e competitiva. Il Presidente della Regione, Crocetta, nei prossimi giorni coinvolgerà i presidenti delle altre regioni meridionali, al fine di organizzare un incontro insieme agli assessori delle medesime regioni per fissare assieme una piattaforma comune di lavoro. “E’ ora di dire basta all’azione di massacro dell’agricoltura siciliana – ha affermato Crocetta non staremo sicuramente con le mani in mano in attesa di interventi troppo spesso promessi e mai realizzati”.
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