I 13 lavoratori Asu impegnati nelle riserve naturali “Macchia Foresta fiume Irminio” e “Pino d’Aleppo” gestite dalla Provincia regionale di Ragusa si attendono un bel regalo di Natale. E’ quanto sostiene il presidente dell’associazione politico-culturale “Pensare Ibleo”, Enzo Pelligra, che torna a battere sul tasto dell’eliminazione della precarietà. “Così come per il Consorzio universitario, rispetto a cui sarebbe inspiegabile perdere dei posti di lavoro, anche per questa vicenda – dice Pelligra – è opportuno fare il massimo per evitare defaillance dolorosissime”. Pelligra fa la cronistoria di quanto accaduto, partendo dal febbraio 2001 quando una convenzione fra l’ente Provincia e i lavoratori appartenenti alla cooperativa Megacoop ha permesso a 20 unità di intraprendere un percorso lavorativo nelle riserve naturali che la Provincia ha in gestione. Le figure tuttora presenti svolgono mansioni di operai, guide naturalistiche e tecnici di supporto all’attività amministrativa delle riserve, a costo zero per l’ente Provincia. “Dal gennaio 2006 – continua Pelligra – una legge regionale ha permesso ai 13 in questione di abbandonare la cooperativa e diventare lavoratori socialmente utili Asu appartenenti all’ente Provincia. Da questo momento gli stessi usufruiscono di proroghe annuali che la Regione tramite l’Inps finanzia per 20 ore settimanali lavorative a 550 euro, esclusa ovviamente ogni forma contributiva. Da allora, è stato possibile assistere alla stabilizzazione di decine di precari all’interno dell’ente, in alcuni casi addirittura arrivati dopo i tredici. La cui posizione resta puntualmente ignorata”. Vicissitudini infinite e incontri estenuanti con la precedente Amministrazione, – spiega Pelligra – hanno condotto alla fine i lavoratori a un risultato. Nell’anno 2009 il Consiglio provinciale approva all’unanimità il piano di fuoriuscita dal precariato da presentare all’ente Regione per potere essere finanziato. Dopo il finanziamento regionale l’amministrazione Antoci apprva la delibera nel marzo 2012 per un programma di fuoriuscita. Infine l’insediamento del commissario che comunica ai lavoratori, nel luglio di quest’anno, che la delibera di marzo ha un “inciso contradditorio” al suo interno. Con questa scusa, – spiega Enzo Pelligra – la delibera viene revocata e sostituita con un’altra in cui si annulla il processo di stabilizzazione in nome dei tagli che la Provincia sta attuando a 360 gradi annullando 12 anni della vita di questi lavoratori. Chiediamo al commissario dell’ente di viale del Fante di provvedere il prima possibile per salvare l’occupazione di queste persone”.
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