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08/01/2013 -

Politica/

LA SICILITUDINE DI MARGHERITA RIZZA

Comune-di-RagusaAl Comune di Ragusa si sta assistendo nel silenzio di tutti ad una feroce lottizzazione
oltrechè ad un continuo susseguirsi di atti di dubbia legittimità. Parliamo della casta dei dirigenti che reggeva il sistema Dipasquale offrendogli, a un prezzo carissimo per la comunità, ma conveniente per l’ex sindaco, la cornice dorata della legalità. Appena arrivata, la Commissaria Margherita Rizza fa piazza pulita dei magnifici sette – la rosa dirigenziale – e inizia uno scontro assai vivace con Dipasquale ancora in campagna elettorale. La signora giunge in città sfoggiando uno stato di purezza, non conosce contaminazione alcuna, osserva la realtà e applica la legge. Questa condizione di verginità molto apprezzata dai ragusani afflitti da asservimento è durata poco. Un primo sfondamento si registra il 4 ottobre: “rinnova” l’incarico della Pagoto (la pressione di Nello Dipasquale è fortissima perché si tratta della dirigente chiave, che gli sta a cuore e che tiene in piedi la favola del Comune florido, un vanto poi crollato miseramente e che comunque consente all’ex sindaco di presentarsi come amministratore oculato) che torna a gestire il settore Gestione Servizi Contabili e Finanziari. Qui si assiste alla prima stranezza amministrativa poiché il rinnovo ha termini troppo vaghi: “è valido sino al 31 dicembre 2012 e comunque fino alla conclusione dell’iter del concorso per Dirigente Economista in atto”. Sapete cosa è successo? Il concorso è stato sospeso – per motivi poco chiari –  e quindi il commissario il 28 dicembre proroga il contratto fino alla scadenza del mandato del commissario. E’ il crollo del funzionario della Regione. Margherita Rizza con ardimento (tale si può definire l’assoluta temerarietà nel siglare atti palesemente illegittimi rischiando di rispondere di danno erariale) si getta ai piedi del divenuto onorevole Nello Dipasquale e si fa sua condottiera per la riconquista del Palazzo. Altre tappe erano stati i segnali propedeutici al dovuto allineamento col territorio, come, ad esempio, il rinnovo dell’incarico al comandante Spata fino alla conclusione dell’iter delle procedure di mobilità previste dalle leggi vigenti. Una mobilità che per fortuna si è conclusa velocemente (anche se si vocifera di note riservate indirizzate a un dirigente e al Segretario generale tendenti a rallentare l’iter, ma solo i consiglieri comunali potrebbero avere accesso a questa corrispondenza interna). In ogni caso sapete che cosa si inventa il nostro commissario a spese dei cittadini ragusani? Un bel nuovo contratto, sempre nel giorno della capitolazione, il 28 dicembre 2012. E così a Spata – come alla Pagoto – viene “prorogato” l’incarico. Ma proroga di che se il dott. Spata era a capo della Polizia Municipale e poi viene piazzato al settore gestione affari patrimoniali, consulenza appalti, gare e aste, appalti? Si tratta a tutti gli effetti della stipula di un nuovo contratto, tassativamente vietato dalla legge. Ma non è finita. Il commissario Margherita Rizza ha ormai scelto dove schierarsi: l’ordine è rimettere in piedi la squadra, rioccupare il fortino. La chiamata non conosce ostacoli e vincoli, le norme sono solo erbaccia attraversata da un bulldozer. Arriva un altro rinnovo al dottore Licitra. E qui siamo al capolavoro. Infatti Licitra era titolare del settore Gestione e sviluppo delle risorse umane, ed invece gli viene affidato l’incarico di dirigente del settore Servizi sociali ed assistenziali. Perchè tutto questo? Semplice. Licitra probabilmente non ha i titoli accademici per ricoprire la dirigenza come responsabile delle risorse umane. Sembrerebbe che la sua laurea non sia idonea per fare il dirigente amministrativo. Quindi commettendo un ulteriore abuso, il commissario “rinnova” Licitra al Settore Servizi Sociali (ma cosa rinnova dato che il dirigente era Scifo?) e dà, sempre a Licitra, l’interim al personale. L’interim è una geniale mossa tattica; pare che il dottore Lumiera non volesse dare parere favorevole all’assunzione degli altri dirigenti e quindi mettendo Licitra al personale si risolve la questione del parere: Licitra – insieme alla Pagoto – diventano gli estensori dei pareri incrociati per le determine loro e dei loro colleghi (sì, sì, non ribollite, succede a Ragusa, non siamo nel Burundi). Non è finita. Vi è un quarto incarico attribuito off limits, che è quello di Giuseppe Mirabelli, ma oramai è in pensione…che se la goda! L’impudenza partigiana della commissaria Rizza la si misura tutta ricordando quanto aveva dichiarato il Segretario Generale Buscema (rimasto fermo alla fase “rispetto delle regole”) in una seduta di consiglio comunale della prima quindicina di ottobre. Buscema disse che l’ente non poteva avere piu di un dirigente esterno. Ci chiediamo. Tutti sanno che il Rubicone della legittimità è stato varcato, ma nessuno parla, perchè? Non parlano i consiglieri che un tempo si opponevano a Nello Dipasquale, sono afflitti, sono amareggiati, elaborano il lutto, attendono. E se una volta sputtanati si rifugiassero nel classico – “ma noi l’avevamo detto prima che non si potevano nominare tutti sti dirigenti!”- vi imploriamo: riditelo, soprattutto ora che il ceto medio, l’ossatura della città, non riesce a pagare le bollette e per la prima volta nella storia della comunità guarda gli indigenti, quei disgraziati che dormono per strada davanti al Comune, con forte preoccupazione che è cosa assai diversa dalla commiserazione e dalla pietà cristiana. Va benissimo, abbiamo capito, ognuno al proprio posto: la commissaria sbriga le faccende all’onorevole Dipasquale, il Pd è cauto perché non si sa mai come saranno le alleanze per le amministrative, Italia dei valori sta mutando pelle e si fa arancione, poi ci sono le elezioni… insomma chi se ne frega dei dirigenti! Ma le cifre in questione sono pesanti: trecento mila euro una coppia di dirigenti. Perché nessuno si studia la giurisprudenza in merito? E pensare che ci sono fior di sentenze sul rinnovo dei contratti possibile solo una volta, e sulla differenza tra proroga e rinnovo; dunque l’operato della Rizza sarebbe denunciabile e attaccabile, cosa sta accadendo allora? Cos’è questo stato agonico dell’opposizione? Ci è bastato il titolo Rivoluzione della dignità, lo slogan di Crocetta, e la vecchia Sicilia ha cambiato volto? Siamo conservatori, ci attacchiamo alla tradizione, ci piacciono gli usi e i costumi consolidati. La Regione invia un commissario e questa, nel vuoto di potere e in attesa dei nuovi assetti, si attiene alla legge, poi riscopre il sentimento della sicilitudine. E’ dominante il richiamo, c’è poco da fare, gli orizzonti di riferimento sono intramontabili. Quando Crocetta vorrà sapere qualcosa di Ragusa e chiederà in giro “Come va con la commissaria?”, l’unico deputato della città – Dipasquale Nello, in arte onorevole, – potrà rispondere “Ampiamente soddisfatto, presidente”. Contento l’onorevole, contento il presidente, contenta la commissaria. Si chiama rivoluzione, ma non è quella francese, né quella leninista, né tanto meno quella della dignità, è solo geometrica: si ruota intorno a un asse, sempre lo stesso, i valori non cambiano. Ce lo conferma persino l’assessore Zichichi, cittadino onorario di Ragusa, e inossidabile nel credo della rotazione tanto da raccontarci che persino Galileo si era pentito veramente nel formulare che il giro doveva essere diverso. E ora tutti in coro: ciuri, ciuri, ciuri di tutto l’anno…

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