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17/01/2013 -

Cronaca/

Per la scomparsa della disabile ragusana Maria Dimartino rinviato a giudizio il genero

tribunale ragusaA distanza di otto anni il giallo sulla scomparsa di Maria Dimartino, 79 anni, disabile,di cui non si hanno notizie dal 22 febbraio 2005, è diventato un processo penale. Mercoledì mattina il giudice delle indagini preliminari del Tribunale ha rinviato a giudizio davanti alla Corte d’Assise per il prossimo 6 giugno, uno dei due generi della donna: Giuseppe Maurici, 49 anni, nato a Santo Cono (Catania), difeso dall’avvocato Giovanni Ioppolo, con l’accusa di omicidio con l’aggravante della premeditazione e per il reato di sequestro di persona. Il Gup Claudio Maggioni ha dichiarato prescritti gli altri due reati di cui era accusato l’uomo: appropriazione indebita (avrebbe sottratto 46 mila euro alla donna il giorno prima della scomparsa) e distruzione e soppressione di cadavere. Della prescrizione ha beneficiato anche Massimiliano Maurici, 34 anni, nato a Caltagirone, difeso dall’avvocato Ioppolo e dall’avvocato Marta Bellissima,accusato solo della distruzione e soppressione di cadavere in concorso con il fratello Giuseppe. A chiedere il rinvio a giudizio è stato il Pm Federica Messina. Le indagini svolte dagli agenti della Squadra Mobile della Polizia sono state coordinate dal procura-tore Carmelo Petralia. Il marito della donna, Giorgio Dimartino, 93 anni e la figlia Rosalia, si sono costituiti parte civile con gli avvocati Enzo Trantino, Enrico Trantino e Fabrizio Cavallo. Da quel martedì pomeriggio del 2005 la donna, che abitava col marito in via Belle all’angolo con la via Filippo Turati, nel quartiere “Russia” sembra volatilizzata nel nulla. L’ultima a vederla è stata la figlia Rosalia che, come ogni mattina, era andata a trovarla e che non notò nulla di strano nell’atteggiamento della mamma. Dopo essersi rivolti anche alla trasmissione tv “Chi l’ha visto”, il marito della donna scomparsa e la figlia si sono rivolti ai legali. La pensionata, tra l’altro, soffriva di artrosi e, dunque, non usciva mai da sola di casa. E questo fece pensare subito che qualcuno l’avesse prelevata dalla sua abitazione. Per molto tempo c’erano stati appelli e ricerche per cercare di trovare la donna, sino a quando, facendosi strada la terribile ipotesi che la povera donna potesse essere stata fatta sparire, è stata formulata l’ipotesi dell’omicidio.

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