Crocetta l’altro ieri è apparso infastidito e stupito nel dichiarare che da settimane non aveva notizie dell’onorevole Dipasquale: “E’ scomparso, non risponde neanche al telefono, forse è in ferie”. Negli stessi giorni della sparizione, il nostro deputato, annunciava – la stampa nel frattempo aveva sottolineato che almeno i grillini lo stipendio se lo sono tagliato davvero – che da febbraio una parte della sua indennità di carica andrà in beneficenza. Questa doppia meraviglia creatasi in poche ore intorno al personaggio, che da una parte si smaterializza e dall’altra riappare sguainando una furia caritatevole, merita una riflessione sull’interdipendenza dell’ignoranza reciproca che ha fatto la fortuna di Dipasquale, qui a Ragusa, e che però a Palermo non attacca perché il copione risultato valido per le masse ragusane – per ben sei anni – è inutilizzabile con altra platea, ad esempio il Presidente della Regione. L’ex sindaco, ora onorevole, abituato ogni inizio d’anno a trascorrere le sue due – tre settimane in luoghi incantevoli e esotici, non ha messo in conto l’ipotesi che nel nuovo ruolo deputatizio (per di più alla vigilia di una campagna elettorale dove è regola essere sempre presenti nei giochi tattici di posizionamento) qualcuno si accorgesse della prolungata assenza e facesse intuire con un velo di irritata incomprensione, così come ha fatto Crocetta, l’inopportunità della vacanza. Dipasquale è ancorato ad un modello di spazi sociali ermeticamente separati: da una parte lo spazio privilegiato del politico, dall’altro il cittadino passivo che deve essere riempito dalla propaganda. Per questo è un conservatore e lo rimane anche se è saltato dentro l’area dei progressisti. Quando per anni abbiamo sottolineato la smania del sindaco per i viaggi, non lo facevamo ritenendo il gossip sui potenti un diritto – e lo è nella cultura dell’occidente democratico – ma per denunciare l’inganno che Dipasquale alimentava negando il suo stile di vita, a volte assai lussuoso, nettamente in contrasto con l’immagine dell’uomo dedito giorno e notte alla cura della città senza interruzioni, senza necessità pratiche, addirittura senza una normale vita familiare e affettiva. Anche la campagna elettorale che lo ha fatto onorevole si è imperniata su questo messaggio dove ritorna il primo Berlusconi con il dovere di governare, stavolta per salvare Ragusa e la Sicilia. E così, quando il nostro onorevole è partito dopo capodanno per spassarsela chissà dove, dopo essersi intascato lo stipendio di dicembre -10 mila e settecento euro e prossimamente anche quello del mese in corso sempre per intero, tralasciando l’urgenza di salvare Ragusa e l’intera isola, si è sentito in deficit d’immagine in paragone ai grillini che hanno celebrato il restitution day, ed è intervenuto a gamba tesa. Lui, politico nuovo, farà beneficenza; purtroppo il messaggio è scivolato nel ridicolo per la mole di vaghezza e la palese falsità di ciò che ha detto. Dipasquale scrive che darà una parte del suo stipendio in beneficenza, omettendo di riportare quanto ha intascato né quanti euro darà ai poveretti. La vaghezza in effetti ci sta tutta quando si tratta di elemosina (un gesto intimissimo che solo se si è sbruffoni diventa motivo di vanto) però qui se l’azione voleva essere spacciata come scelta politica servivano i numeri, la cifra. Ciò che più sconcerta nell’annuncio di rinuncia è questo passaggio: “ho anche rinunciato all’indennità integrativa di presidente del gruppo parlamentare”. Non è vero perché all’Ars non esiste quella voce, è una bugia; non può rinunciare ad una indennità che non c’è: i soldi sono previsti per il gruppo non per il presidente, e Dipasquale, fra l’altro, il gruppo di Territorio l’ha voluto eccome. Ecco cos’è il gioco maligno della reciproca ignoranza che scatta per incomunicabilità tra le parti. Dipasquale punta sull’inviolabilità del suo compartimento stagno a prova di conoscenza e continua a credere che i cittadini abbiano dei limiti fortissimi nell’appropriarsi delle tante verità a loro nascoste. In questo è conservatore Dipasquale: non ha fiducia nella auspicabile crescita intellettuale delle masse. Quando Crocetta è sbottato contro il nostro deputato che si permette, di questi tempi e ad inizio attività, una lunga vacanza mentre gli occhi di tutta l’Italia sono puntati sulla Sicilia del nuovo presidente e della sua maggioranza che vuole rivoluzionare il sistema, deve essere stato un colpo durissimo per l’Ego del nostro onorevole, tanto che ha cominciato – è tornato da tre giorni – a emettere continui comunicati per dimostrare la solita grinta, il falso movimento. Si è sparato persino un affondo contro il governo che non ha previsto contributi per la manifestazione A tutto volume, continuando nella propaganda, nella ricerca dell’effetto. Questa manifestazione non ha mai avuto un euro dalla Regione e quindi non c’è scandalo alcuno se non risulta inserita nell’elenco dei contributi. La questione, al momento, per la Regione, non è inserire manifestazioni bensì tagliarle. E’ solo un po’ confuso, il nostro onorevole, deve trovare il timbro giusto per trattare i suoi pari che son tutti furbi quanto e più di lui. Riguardo la rinuncia occorre che Dipasquale faccia due calcoli: rinunciare alle vacanze non può, rinunciare alla poltrona nemmeno, rinunciare al popolo credulone è impossibile. C’è comunque il rischio che debba rinunciare al gruppo: si dice che un deputato, Marcello Greco, sia pronto a tornare con Crocetta. Visto che succede se la vacanza non è autorizzata!
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