La zona industriale di Ragusa è completamente al buio. E a nulla sono valse le sollecitazioni inviate lo scorso mese di giugno all’ex Consorzio Asi. Tutto è rimasto immutato. Tanto è vero che ora è stato deciso di diffidare l’Irsap, il nuovo ente che ha assorbito le Asi, per scongiurare il proliferare del degradante abbandono in cui versa l’intera area. In una nota indirizzata all’attuale direttore generale dell’ente, Giuseppe Barbera, e al commissario regionale, Alfonso Cicero, il Parco commerciale “Isole Iblee” mette in chiaro di non potere attendere oltre proprio perché gli insediati sono stanchi di fare i conti, tra l’altro, con il ripetersi di furti che mettono a repentaglio la tenuta strutturale di aziende già alle prese con una situazione complessa e difficile: in molti sono sul filo del rasoio e, probabilmente, si vedranno costretti alla chiusura. In una nuova missiva che sarà inviata nei prossimi giorni, il Parco commerciale allegherà anche un dvd con oltre cinquanta foto che documentano lo stato di totale incuria dell’area industriale. Il presidente di “Isole Iblee”, Giovanni Corallo, dice: “La situazione sta determinando una condizione di invivibilità oltre che di spregio del lavoro, della sicurezza e della eccellenza produttiva delle aziende insediate”. Se nel 2010 veniva lamentato il fatto che il 30% dell’illuminazione pubblica risultava non funzionante, oggi il quadro è a dir poco sconcertante. Nella prima fase della zona industriale, su 121 corpi illuminanti solo 19 funzionano e di questi tre ad intermittenza; nella seconda fase il 60% dei corpi illuminanti risulta essere non funzionante. La terza e la quarta fase sono completamente al buio. Di contro, la quinta fase, che è in completamento e senza alcun insediamento produttivo, è totalmente illuminata. “Perfino nello scorso mese di ottobre – aggiunge Corallo – ci era stato promesso che un minimo di manutenzione sarebbe stata attuata. Ad oggi, l’immersione nelle tenebre e la mancata attivazione dello impianto di videosorveglianza hanno favorito la criminalità che ha individuato nella area industriale di Ragusa il bacino ideale in cui perpetrare le proprie azioni illecite”.
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