Poco più di un milione di euro. E’ questa la somma derivante dall’8 per mille dell’Irpef che, nel corso del 2012, è servita per tutte le attività della diocesi. Il vescovo, Paolo Urso, ha diffuso il rendiconto suddiviso in due macro aree: “esigenze di culto e pastorale”, cui sono stati destinati 613.006,78 euro, e “interventi caritativi”, per 413.282,69 euro. La prima area di spesa riguarda i nuovi complessi parrocchiali, circa 150.000 euro in tutto (tra questi Maria Regina, Maria SS Nunziata e S. Pio X di Ragusa, e Resurrezione e S. Massimiliano Kolbe di Vittoria), il restauro e la conservazione di chiese della diocesi (S. Nicolò di Bari, di Acate, e S. Francesco di Paola, di Vittoria), le spese per il Vescovado e gli Uffici diocesani, la nuova biblioteca, il seminario e l’Istituto Teologico, i Consultori e gli Oratori, i giovani sacerdoti che studiano a Roma. Numerosi gli interventi destinati all’area della Carità, con la distribuzione di sussidi alle persone bisognose, ai centri d’ascolto (di Ragusa, Comiso e Vittoria) e alle singole parrocchie operanti in aree di disagio sociale. Ai Centri d’ascolto sono andati circa 115.000 euro, 20.000 alla Casa di accoglienza di Comiso, 35.000 per la casa di ospitalità per immigrati a Vittoria, 12.000 euro ai carcerati. Numerosi anche i progetti finanziati e i contributi dati a singole associazioni che operano nel settore della disabilità, della prevenzione e cura delle tossicodipendenze, dei migranti e del disagio in generale. Oltre 50.000 euro le somme destinate a progetti segnalati da missionari di origini iblee che operano in diverse parti del mondo. “Vogliamo condividere – conferma il Vescovo Paolo Urso – con tutti i credenti e i cittadini che vivono nel territorio della Diocesi di Ragusa, la nostra fatica di cercare di utilizzare al meglio le risorse che ci provengono dall’8 per mille sull’Irpef versata da tanti contribuenti. Vogliamo cioè dare trasparenza alle nostre scelte, che quest’anno hanno accentuato la priorità tradizionalmente riservata dalla nostra Diocesi ai segni di solidarietà verso i bisogni delle persone coinvolte dalla grave crisi economica e dal conseguente disagio sociale. Ciò, tuttavia, – ha detto il Vescovo Paolo – senza rinunciare alle esigenze di culto e pastorali che la comunità ecclesiale iblea ci richiede, e allo spirito di testimonianza che tanti riconoscimenti ci procura da parte delle Istituzioni e del popolo ragusano”.
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