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28/02/2013 -

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Ragusa, acqua con Partecipiamo

partecipiamoSono circa 15.000 le persone che da due mesi vivono nel disagio a causa dell’emergenza idrica ed è da oltre un mese che Comune, Protezione Civile, Forestale, Vigili del Fuoco e imprese private effettuano il servizio di rifornimento idrico a mezzo autobotte che, peraltro, a causa dell’enorme domanda è assolutamente insufficiente. Partendo da questi presupposti e dopo una fase di studio volta a cercare di capire il problema, l’associazione Partecipiamo ha deciso di passare alla proposta chiedendo un incontro col Commissario straordinario per illustrare un intervento che consentirebbe almeno di fronteggiare la situazione d’emergenza. Il presidente dell’associazione Marcella Scrofani e la portavoce Concetta Camillieri hanno spiegato, nel corso di una conferenza stampa tenutasi presso i locali dell’associazione a Ragusa in via U. Giordano, i contenuti della proposta consistente nel richiedere il montaggio alla sorgente di unità mobili di potabilizzazione che consentono la potabilizzazione delle acque inquinate in 48 ore. “Riteniamo che l’Amministrazione Comunale, consapevole del perdurare dello stato di crisi, avrebbe dovuto trovare soluzioni all’emergenza tali da riportare la situazione alla normalità in tempi brevi – ha dichiarato il presidente Marcella Scrofani -. Chiediamo al Commissario di adottare ciò che viene utilizzato nel mondo in casi anche più gravi di quello di Ragusa e cioè l’utilizzo di unità mobili di potabilizzazione. Sistemi, questi, particolarmente adatti alle situazioni di emergenza idrica in caso di calamità naturali o indotte. Le unità mobili di potabilizzazione hanno una elevatissima o totale capacità di depurazione di materiali in sospensione, polvere, cloro, solventi, colore, batteri come i protozoi riscontrati nell’inquinamento a Ragusa, financo contaminazioni radioattive. Il trattamento di purificazione – spiega l’associazione Partecipiamo – è completo e grazie all’ultrafiltrazione su container entra a regime in 48 ore. Perché il Comune di Ragusa non ha utilizzato il sistema di Unità Mobili di Potabilizzazione che avrebbe eliminato il disagio di questi 2 mesi ad oltre 4.000 famiglie e 15.000 persone?”. La portavoce della associazione Concetta Camillieri è passata all’esame dei costi raffrontandoli a quelli già sostenuti dal comune di Ragusa per l’emergenza idrica. “Una unità di potabilizzazione mobile ha un costo di noleggio annuo che si aggira tra i 120 e i 140 mila euro e può trattare una sorgente/pozzo – ha spiegato Concetta Camillieri. Per capire la convenienza di questo intervento, basti pensare che il Comune con due determinazioni a distanza di 15 giorni ha affidato il trasporto idrico con autobotti a due soggetti privati per fare fronte all’emergenza idrica per un costo totale di 40.000 euro. A questo aggiungasi altre determinazioni, una per complessivi 28.000 euro per acquisto di prodotti chimici e una altra di 5.000 euro. In soli 15 giorni il Comune ha speso 73.000 euro e perdurando l’emergenza, volendo ragionare per difetto, andrebbe a spendere – sostiene l’associazione Partecipiamo – per il trasporto in autobotte dell’acqua la cifra di 50.000 euro al mese. Senza dire che l’ente comunale non riesce ad approvvigionare 4000 famiglie. Tutto questo solo per non avere ritenuto di spendere mediamente 10.000 euro al mese per il noleggio mensile di una unità mobile di potabilizzazione”. Il presidente dell’associazione Partecipiamo va oltre con l’esame dei costi. “Se invece di una unità mobile che effettuerebbe il trattamento per una sorgente si noleggiassero due unità mobili per due sorgenti, il Comune spenderebbe 20.000 euro a fronte di 250 mila euro mensili attuali tra spese proprie e spese dirette dei Cittadini. Il costo per due sorgenti potabilizzate con unità mobili ha un rapporto di costi mensili che, confrontato a quello che il comune andrebbe a sostenere affrontando il problema come ha fatto finora, è di 1 su 12,5. Rapportato all’anno il Comune spenderebbe 240.000 euro per due pozzi potabilizzati e ne risparmierebbe 600 mila direttamente”.

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