La Camera del Lavoro di Ragusa dopo l’incontro con i lavoratori dei centri commerciali (Le Masserie e Ibleo) ha chiesto un incontro con i direttori dei due centri per un confronto sulle aperture nei giorni festivi feriali. Scrive la Cgil: “La mancata risposta all’invito denota la scarsa se non nulla considerazione che i direttori nutrono nei confronti dei dipendenti, senza i quali le attività commerciali non potrebbero svolgersi. Da circa due mesi le Masserie, nel fine settimana, ha prolungato la chiusura dei punti vendita fino alle ore 21.30. Oggi, dopo qualche settimana di sperimentazione, siamo in grado di sostenere – scrive la Cgil – che il fatturato dei punti vendita in questa fascia oraria (21.00-21.30) è assai mediocre, a volte nullo. Nonostante ciò, il suddetto Centro commerciale si ostina a imporre la chiusura prolungata mostrando totale disinteresse non solo per i lavoratori che hanno il diritto di ricongiungersi ai loro cari in orari idonei alla cena ma anche verso le aziende il cui orario prolungato è certo essere un onere e non una possibilità di guadagno. Preme sottolineare inoltre – scrive la Cgil – le condizioni di lavoro dei dipendenti. Infatti da questionario distribuito dal sindacato e compilato e restituito in forma anomina i risultati sono sconcertanti. Hanno scelto di compilare il questionario 50 dei circa 80 presenti. Queste – illustra la Cgil – le condizioni di lavoro alle Masserie. Solo 28 hanno un contratto a tempo indeterminato, di cui 21 part- time; 20 dipendenti lavorano per un monte ore di gran lunga superiore a quello previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro (fino a 14 ore in più); 5 dipendenti percepiscono uno stipendio netto mensile tra i 300 ed i 500 euro al mese; 23 guadagnano meno di 800 euro al mese; 13 non percepiscono 13esima e 14esima mensilità. Tutti lavorano la Domenica ma ben 26 dipendenti non percepiscono la maggiorazione. In 35 – continua la Cgil – svolgono lavoro straordinario ma a 21 di questi non viene dato un corrispettivo. I lavoratori – riferisce la Cgil – vengono minacciati di perdere il posto di lavoro e i datori di lavoro approfittano dello stato di necessità in cui versano i dipendenti”. La Cgil chiede alle istituzioni di verificare quanto emerso.