Una vittoria della città, e di tutti i partiti, associazioni e movimenti – da Legambiente al Pd, da Partecipiamo al Movimento Città – che con il loro forte, chiaro e motivato no all’immissione in rete di acqua non potabile hanno fatto riaffiorare il senso democratico di una comunità che si è dimostrata informata e determinata. La commissaria Rizza ha sospeso la sciagurata ordinanza. Lo ha comunicato in primo luogo all’onorevole Dipasquale che, ricordiamo, governando Ragusa per sei anni e sovrintendendo, come sindaco, alla salute pubblica, ha sicuramente contezza di ciò che avveniva nelle masserie, nelle sorgive, nell’acquedotto e nel fiume Irminio dove l’ex sindaco decise nel 2010 di scaricare l’acqua delle sorgenti Oro Scribano e Misericordia inquinate dai reflui zootecnici. Ora Dipasquale sbandiera il milione che il governo regionale ha stanziato per affrontare il danno, come se questo doveroso aiuto per la povera Ragusa ridotta al rango di favela, priva persino del bene primario dell’acqua, rappresentasse un successo o la certificazione dell’opera meritoria dell’indigeno onorevole. La Rizza ha fatto bene a comunicare a Nello Dipasquale che eviteremo la vergogna terzomondista dell’acqua non potabile: in tempi di francescanesimo confortare e rincuorare i peccatori è un bel gesto. Nel frattempo pare che l’inquinamento della sorgente Misericordia sia ritenuto dai tecnici irrecuperabile, al momento.
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