La forte ala/centro del Padua Rugby Ragusa Under 20, Marco Marlin, è l’ennesima vittima del campo dove si allenano e giocano i rugbysti ragusani. Per lui, frattura scomposta della caviglia destra e stop di almeno tre mesi. La società scrive: “Ci risiamo! Il disastrato fondo del campo Petrulli di Ragusa, il terreno dove settimanalmente si allenano e giocano centinaia di rugbysti ragusani, ha fatto un’altra vittima. Giovedì sera, durante la consueta partitella di fine allenamento, a rimetterci la caviglia destra è stato Marco Marlin. “Stavamo giocando – hanno raccontato i suoi compagni – e, durante una azione, Marco è stato placcato. Purtroppo il suo piede si è bloccato in una delle tante buche del campo e nel placcaggio gli si è girata la caviglia”. Da quando il rugby è stato sfrattato dal campo di via della Costituzione, e sono ormai due anni e mezzo, diversi sono stati gli infortuni, grandi e piccoli, causati da un fondo che via via, nel corso dei mesi, si è sempre più deteriorato”. Ciccio Schininà, team manager del Padua, è duro nel giudizio: “Trovo sia criminale che un campo dove si allenano bambini sia tenuto in queste condizioni. È arrivato il momento che i colpevoli di questo disastro si assumano le proprie responsabilità. Noi non chiediamo la luna; vogliamo solo che il Petrulli abbia i requisiti minimi di sicurezza. Basterebbe solo un po’ di terra e un rullo”. Ma di chi è la responsabilità di questo disastro? Schininà non le manda a dire: “Chiediamo solo che i dipendenti comunali facciano il lavoro per cui sono pagati e che i funzionari comunali, e via via a salire nella scala gerarchica, trovino le maniere perché incidenti come quello di giovedì non accadano. L’assessore se ne frega, il funzionario se frega, il custode se ne frega e alla fine a pagare per questo festival del menefreghismo sono i ragazzi”. Infine, arriva l’affondo del team manager paduino: “Invito quanti sono, a qualunque titolo, coinvolti nella gestione del Petrulli a venire a correre e ad allenarsi, per una sola sera, assieme ai nostri ragazzi. Forse solo così si renderanno conto che le numerose richieste di intervento inviate da medici, tesserati e dirigenti non erano campate in aria”.
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