Non sono solo arrabbiati. Sono soprattutto disperati. Per dirla tutta, incavolati e disperati. Soffrono, insieme ad altre quindicimila persone di Ragusa, l’emergenza idrica che, da quasi 5 mesi, ha trasformato il capoluogo ibleo in una città assetata stile Africa. Gli inquilini della palazzina di case popolari ubicata al lotto 77 di via Cesare Terranova, sono disperati perché non hanno nemmeno più i soldi per comprare l’acqua da fornitori privati. Le autobotti comunali sono sempre più rare e il privato resta l’unica risorsa obbligata, a suon di euro. Il che significa, in una palazzina come questa, piena di disoccupati, rischiare di restare completamente a secco. “Questa è una palazzina di persone disperate – racconta Sonia Scala, uno dei tanti inquilini esasperati di via Terranova – perché nell’ultimo anno, in tanti, siamo rimasti senza un lavoro. Raggranellare ogni settimana 5 euro per comprare l’acqua è diventato ormai un problema insormontabile: e ne so qualcosa, dato che proprio io mi occupo della raccolta dei soldi e sono portavoce degli inquilini. Per dieci giorni di seguito ho chiamato, 2 volte al giorno, l’ufficio che risponde alle richieste dei cittadini per avere la fornitura con l’autobotte comunale – racconta la signora Sonia – e ogni giorno mi hanno risposto al telefono: “Stiamo servendo il 10 aprile”. Poi, martedì, mi hanno detto che servivano l’11 aprile. Ci sono voluti 10 giorni – chiede la Scala – per servire gli utenti di un solo giorno, cittadini che avevano inoltrato le richieste quasi un mese fa?”. Sonia racconta che da metà gennaio, nel suo palazzo, 14 famiglie comprano una autobotte privata alla settimana. Sono sessanta euro alla settimana, diviso quattordici. Una somma non da poco, per chi, non riesce ad arrivare alla fine del mese.
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