“In questi momenti di crisi finanziaria, sono molte le imprese ed i cittadini a non potere ottemperare al pagamento delle cartelle esattoriali entro i termini di legge. Al verificarsi di questo evento, chi deve pagare si vede costretto a corrispondere oltre agli importi iscritti a ruolo anche somme non di poco conto dovuti all’esattore”. Lo rileva il tesoriere dell’Ordine dei commercialisti per le circoscrizioni dei Tribunali di Ragusa e Modica, Giorgio Cascone, in riferimento anche al drammatico caso di una settimana fa accaduto a Vittoria. “Non scendiamo nei dettagli dell’episodio in questione perché si tratta di un’inchiesta che è in corso – prosegue Cascone – ma quando l’esattore si limita alla notifica dell’atto per intimare il pagamento appioppa di solito un carico di quasi il cinque per cento delle somme dovute. La richiesta del pagamento di questa somma potrebbe essere illegittima in assenza di una qualsiasi attività svolta dall’agente della riscossione che si è limitato appunto alla notifica della cartella, automaticamente sequenziale, riferita – afferma Cascone – all’iscrizione a ruolo. E’ evidente che la sola notifica della cartella di pagamento non giustifica un aggravio di costi in misura percentuale riferita alla somma da pagare. Il lavoro di notifica dell’atto è uguale sia se la cartella è di 1 euro e sia se la cartella è di 100.000 euro. Ecco perché non si comprendono le motivazioni per cui il costo debba essere corrisposto in misura percentuale dell’importo intimato, con l’aggravante che più si ritarda il pagamento più gli interessi di mora diventano pari forse a quelli praticati dagli usurai. Gli importi in questione sono sproporzionati rispetto alla modestissima attività di notifica. Occorre un intervento legislativo in tal senso”.